Droga, bocciato l'ergastolo

Droga, bocciato l'ergastolo Ridotta a 30 anni la pena per chi adultera le sostanze rendendole più pericolose Droga, bocciato l'ergastolo Passa l'emendamento di un de Voti «personali» nella maggioranza ROMA, Il governo è stato battuto nella discussione sulla legge antidroga nelle commissioni Giustizia e Sanità del Senato, dove — nonostante il voto contrario del gruppo socialista, di quello repubblicano e del sottosegretario alla Giustizia sen. Coco, de, per il governo — è stato approvato un emendamento al disegno di legge governativo. Era in discussione l'art. 14, che riguarda l'inasprimento delle pene nei confronti dei grandi trafficanti di sostanze stupefacenti «adulterate o commiste ad altre in modo che ne risulti accentuata la potenzialità lesiva». La pena prevista dal comitato ristretto era l'ergastolo. Un democristiano, Lucio Toth, aveva proposto di sostituire l'ergastolo con 30 anni di carcere, «una pena che costituisce comunque il massimo delle sanzioni previste dalla legge, afferma il massimo disvalore di una condotta tanto abietta e nello stesso tempo rifiuta l'ergastolo che tutte le forze politiche presenti in Parlamento considerano superata, inutilmente disumana, sprovvista ormai di effetto deterrente». Il dibattito che si è acceso in aula ha rispecchiato «la ricchezza di posizioni personali e politiche» che attraversa i parlamentari impegnati su questa materia, come ha osservato il federalista Strick Lievers. Il diritto a votare secondo libertà di coscienza, rivendicato da un largo fronte del mondo cattolico, ha fatto breccia su molti. Dall'esterno di Palazzo Madama arrivavano nuove critiche alla legge. Secondo i giovani liberali il provvedimento «avrà come unico risultato quello di rafforzare lo stretto legame fra droga e criminalità organizzata, e di emarginare ulteriormente il tossicodipendente»; pertanto: «No alla configurazione dell'illecito penale per quanto riguarda l'uso degli stupefacenti in quanto tale e no a quei provvedimenti che dimostrino una chiara ed esclusiva connotazione afflittiva e non preventiva». Anche i giovani socialdemocratici facevano arrivare la loro voce: in questa legge — dicono — c'è «un clima intimidatorio e militaresco», la sua impostazione è «revanscista, inutilmente rigorista, incauta e controproducente». Da Palazzo Chigi arrivava una smentita all'ipotesi lanciata dal sottosegretario Cristofori di un decreto legge: il governo — è stato affermato dal ministro Sterpa — non ha alcuna intenzione di fare ricorso a tale misura. E si veniva a sapere che Andreotti disapprovava sia l'idea del decreto sia che ne fosse stata diffusa la notizia. In questo clima di frizioni e grande attenzione al dibattito in corso, a Palazzo Madama s'è aperta la discussione sull'emendamento Toth. Prima, fra i democristiani, ha parlato la senatrice Moro che si è detta contraria all'ergastolo. Il de Gallo ha aggiunto: «L'ergastolo è contrario alla Costituzione». Il socialista Casoli, relatore della legge, ha espresso tutta la complessità e gli imbarazzi che il tema provoca: ha spiegato perché, per il reato più grave, si è prevista la sanzione più severa, ma ha ammesso che «introdurre l'ergastolo in una legge, oggi, può essere preso come una posizione ufficiale del Parlamento». In conclusione, lui ha votato a favore dell'emendamento. Come l'altro relatore, il de Condorelli (cui si è affiancata buona parte dei de). Contro l'ergastolo, «per una scelta di civiltà e di cultura», si sonc espressi Imposimato e Salvato per il pei. Compatto, complessivamente, il gruppo socialista. Ma per il presidente della commissione Sanità, Zito, la soppressione dell'ergastolo è stata «un errore»: «L'ergastolo esiste nel nostro ordinamento e oggi non si discuteva se conservare o no questa misura — ha commentato —. Il messaggio che si rischia di mandare all'opinione pubblica è che il Parlamento non considera questo reato degno della massima pena prevista dal Codice penale». Ha votato contro l'emendamento, finendo in minoranza. Liliana Madeo Legge sulla droga. Le polemiche superano le divisioni tra i partiti, i parlamentari votano secondo le opinioni personali

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