Smith di R. Cri.

Smith Smith «Non corro più lotto ancora» ROMA. Aveva stupito il mondo bruciando i duecento metri in 19 secondi e 83 centesimi. Ma sul podio non salì un atleta sorridente, felice, supersponsorizzato. Salì un ribelle, un contestatore; il capo chino, il pugno guantato proteso verso l'alto, un fazzoletto nero al collo. Protestava contro il razzismo. Per lo stesso motivo Tommie Smith oggi sarà a Roma, 21 anni dopo quelle Olimpiadi, a Città del Messico. L'ha invitato l'Uisp e lui, che ha ancora voglia di battersi per la libertà, ha accettato con entusiasmo. Ora insegna sport e sociologia all'università di Santa Monica. Quel gesto lo escluse, a 24 anni, dall'atletica. Il Ciò escluse Smith da tutte le successive edizioni dei Giochi. La federazione statunitense lo squalificò. «Eppure io lo feci per far capire a tutti le ingiustizie dello sport e della società. Tra allora e adesso, è il denaro che fa la differenza. Nello sport si possono fare i soldi e con quelli essere accettati, ma non credo che questa sia la via migliore per inserirsi». Cosa pensa dei campioni di oggi? Tommie è tagliente. «Io ero il simbolo del black power, del potere nero. Cari Lewis è il simbolo di se stesso. Fin da bambino, vedendo le angherie che subiva mio padre, contadino, ho capito cosa significa l'ingiustizia. A Città del Messico per dimostrare la solidarietà ai meno fortunati decidemmo di partecipare e vincere anziché boicottare. Organizzai una riunione due giorni prima. Alcuni di noi non ebbero il coraggio di aderire alla protesta, avevano paura del ritorno negli Usa. A Evans, che voleva dimostrare ritirandosi, imponemmo di partecipare. Fece il record mondiale dei 400. Io e Carlos, che sui 200 arrivò terzo, decidemmo di agire. Il pugno chiuso significava solidarietà, il guanto nero serviva a portare l'attenzione sul pugno, il fazzoletto al collo rappresentava le sofferenze della schiavitù, le calze nere la povertà». [r. cri.]

Persone citate: Tommie Smith

Luoghi citati: Città Del Messico, Roma, Usa