Il pg: un altro giudice per il processo Fiat di Claudio Cerasuolo

Il pg: un altro giudice per il processo Fiat La prima udienza stamani in un clima di tensione mentre gli imputati ricusano il pretore Guariniello Il pg: un altro giudice per il processo Fiat Chiesto il trasferimento ad altra sede per gravi motivi di ordine pubblico TORINO. Ieri pomeriggio il procuratore generale della corte d'appello, Silvio Pieri, ha fatto istanza di «legittima suspicione» per gravi motivi di ordine pubblico nel processo sugli infortuni alla Fiat che si apre stamani in pretura. Una notizia che dà la misura del clima di polemiche e tensione creatosi a Torino. Nella mattinata, il dottor Pieri aveva ricevuto un rapporto dalla Digos e aveva avuto un colloquio con il questore Berardino sulla situazione in città nell'imminenza del processo istruito dal pretore Raffaele Guariniello contro l'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti e contro tre dirigenti, Michele Figurati, Maurizio Magnabosco e Vittorio Omodei, accusati di violazione dello Statuto dei lavoratori. Sulla decisione del magistrato possono aver influito alcuni episodi di questi giorni. La Fiom, democrazia proletaria e altri gruppi hanno distribuito e affisso per le strade volantini con un invito ai lavoratori a presenziare all'udienza di questa mattina. L'organizzazione dei metalmeccanici della Cgil, che è parte civile, aveva programmato la partecipazione di tutti i delegati. A sua volta, dp annunciava una manifestazione davanti alla pretura, così motivandola: «Il processo alla Fiat deve uscire dalle aule del tribunale e trasformarsi in un processo tenuto tra la gente e nei luoghi di lavoro». In un ciclostilato del Collettivo Fiat Unità e Lotta, dopo aver definito Cesare Romiti «l'uomo simbolo dell'arroganza e dell'efficienza unite nel profitto», si legge: «Nel diritto borghese esiste la presunzione d'innocenza: finché l'imputato non è condannato dal tribunale è da considerarsi innocente. Ma su Romiti nessun operaio, nessun comunista ha il minimo dub¬ bio». Altri volantini, incitanti a manifestazioni di piazza, sono stati diffusi da gruppi autonomi. L'iniziativa più vistosa è stata assunta dal Collettivo Comunista S-Contro con un manifesto che raffigura Romiti in tenuta da carcerato, e la scritta: «Quest'uomo è uno dei responsabili, quest'uomo deve pagare! Partecipiamo numerosi al processo, testimoniamo con la nostra presenza le ragioni di una condanna». Sulla base di questi fatti, il procuratore generale ha evidentemente deciso di sollevare la «legittima suspicione»: «In ogni stato e grado del procedimento di merito, per gravi motivi di ordine pubblico o per legittimo sospetto, sulla richiesta del procuratore generale presso la corte d'appello o presso la Corte di Cassazione questa può rimettere l'istruzione o il giudizio da uno ad altro giudice di sede diversa». Il procedimento per rimessione non sospende il giudizio, «salvo che la Corte di Cassazione pronunci ordinanza di sospensione». Difficile prevedere cosa accadrà in aula. Il processo si aprirà regolarmente: spetta al pretore Guariniello stabilire se sospenderlo o procedere. In attesa che la Cassazione decida sulla richiesta del pg. Prima ancora che il dottor Pieri firmasse il provvedimento, alle 13 e 30, nella cancelleria semideserta della pretura, gli imputati, con una iniziativa distinta e separata, avevano presentato tramite i legali un'istanza di ricusazione del giudice. A loro avviso «lo svolgimento di un processo giusto ed equo non può essere garantito se a giudicare è la stessa persona che ha svolto in precedenza il ruolo di accusatore. Il nuovo codice, che entrerà in vigore il 25 ottobre prossimo, stabilisce l'incompatibilità del doppio ruolo del pretore, come inquirente e giudice. Sarebbe opportuno che fosse un altro magistrato e non il dottor Guariniello a celebrare questo processo». Cesare Romiti oggi non sarà in aula. A indurlo a questa decisione è l'atmosfera di intimidazione venutasi a creare e che non garantirebbe la sua sicurezza. Ieri, frattanto, la Fiat ha denunciato per violazione del segreto istruttorio i sindacalisti della Fiom. Ha commentato l'avvocato Chiusano, uno degli otto legali del collegio di difesa: «Convocare i giornalisti per distribuire (è accaduto martedì scorso ad una conferenza stampa, n.djr.) copie dei verbali di interrogatorio degli imputati e dei testimoni è un comportamento illegittimo: un atto di grave inciviltà, che ha il chiaro scopo di creare un'artificiosa tensione sulla vicenda». Claudio Cerasuolo

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