Ma il dollaro continua la sua corsa
Ma il dollaro continua la sua corsa Ma il dollaro continua la sua corsa Wall Street su di giri per le iniziative di Trump WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La riduzione dei tassi d'interesse in Europa non ha spaventato il superdollaro, che ieri si è rafforzato nonostante il massiccio intervento di alcune banche centrali tra cui la Federai Reserve; né lo Stock Exchange di New York, che ha oscillato per tutta la giornata, ma puntando al rialzo, dopo aver superato ogni primato i giorni precedenti. Ha spaventato invece l'oro, che è sceso di oltre 4 dollari l'oncia di fino. Questo andamento dei mercati contrario a tutte le previsioni è stato attribuito a due fattori. La constatazione che il differenziale tra gli interessi delle superpotenze economiche come la Germania e il Giappone e quelli degli Uniti resta elevato; e la prospettiva di nuove clamorose fusioni a Wall Street, dove il miliardario Trump, il re dei grattacieli newyorkesi, ha ieri offerto 7 miliardi di dollari, quasi 10 mila miliardi di lire, per la American Airlines, la massima compagnia aerea Usa. Il dollaro ha stupito tutti portandosi a 1384 lire e a 142 yen e mezzo, e sfiorando l'I,99 marchi. Alla riunione del G7 a Washington, il mese scorso, si era creduto che il rialzo dei tassi in Europa avrebbe causato l'effetto opposto. Ma l'ex sottosegretario al Tesoro Bergsten, attuale direttore dell'Istituto Internazionale di Economia, ha definito la misura insufficiente: per deprezzare il dollaro, ha detto, la Federai Reserve dovrebbe ridurre gli interessi negli Stati Uniti. Ieri a Wall Street è corsa voce che ciò potrebbe avvenire oggi, se i dati sulla disoccupazione, attesi in mattinata, confermeranno che l'economia sta rallentando. Uno dei direttori della Federai Reserve, Martha Seger, ha dato l'impressione che la decisione sia già stata presa, sostenendo che il prodotto nazionale lordo Usa «non crescerà più del 2% quest'anno e dell' 1 % nel '90» e che quindi esiste un buon margine di manovra. Ma si sa che il governatore Alan Greenspan rimane ostile a un allargamento del credito. Anche il ministro del Commercio Mosbacher è parso adombrare un ribasso dello sconto bancario, quando ha dichiarato che «il disavanzo commerciale Usa si ridurrà notevolmente nei prossimi mesi». Come la signora Sager, il ministro ha però evitato di commentare l'operato della Bundesbank o di fare pronostici su quello della Federai Reserve. La condotta dei mercati dei cambi e azionari inoltre ha dimostrato che essi dubitano di una «conversione» di Greenspan. Se avessero creduto imminente il calo degli interessi, ieri il dollaro avrebbe subito una caduta, mentre la Borsa avrebbe compiuto un balzo spettacolare. Wall Street si è invece concentrata sui titoli più contesi, quelli delle tecnologie e dei trasporti in genere, e in particolare quello della American .Airlines. La compagnia aerea ha reagito freddamente all'offerta di Trump, ma la potenza finanziaria del miliardario è tale che sicuramente egli la aumenterà, rinvigorendo 1' intero settore. E' probabile, comunque, che il panorama del dollaro e della Borsa cambi nei prossimi giorni per motivi estranei ai tassi. Ha dato segni di debolezza infatti il sistema bancarie del Nord Est, imperniato su Boston. A causa di prestiti sfortunati all'edilizia, alcune banche hanno dovuto accantonare centinaia di milioni di dollari in conto perdite. La Federai Reserve, inoltre, ne ha messe tre sotto inchiesta. Testimoniando al Congresso, Greenspan non ha nascosto la propria inquietudine, ricordando che ci sono altre banche in difficoltà a causa dei crediti al Terzo Mondo più indebitato, e che molte Casse di risparmio rischiano il dissesto. Il governatore della Federai Reserve non condivide l'ottimismo del governo sulla finanza Usa, a suo parere già minata dall'enorme deficit del bilancio. Wall Street stessa dà segni di grande nervosismo. La maggioranza degli agenti di Borsa non esclude che l'indice Dow Jones scenda nettamente nelle prossime settimane, sia pure senza sfiorare il crack di due anni fa. Questa di Trump, secondo gli esperti, è un'impennata. Mentre, dicono, sarà molto più importante quello che faranno il governo e il Congresso sulla finanza pubblica. Ennio Caretta
Persone citate: Alan Greenspan, Ennio Caretta, Greenspan, Martha Seger, Sager, Trump, Trump Washington
Luoghi citati: Boston, Europa, Germania, Giappone, New York, Stati Uniti, Usa, Washington
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