Adesso la pace minaccia l'Europa

Adesso la pace minaccia l'Europa EST-OVEST Grazie alla glasnost una pioggia di dati dal Patto di Varsavia, unica ombra il Medio Oriente Adesso la pace minaccia l'Europa Per la prima volta un Military Balance dai toni positivi LONDRA NOSTRO SERVIZIO Un volume che incoraggia l'ottimismo: con un'unica eccezione, i capitoli dedicati al Medio Oriente. Si può descrivere così The Military Balance 19891990, l'ultima edizione di un testo pubblicato annualmente dall'International Institute For Strategie Studies, di Londra. Per la prima volta dal 1958, anno di nascita della Military Balance, il volume indica un'evoluzione positiva nei rapporti Mosca-Washington, Nato-Patto Varsavia. Anche se gli arsenali di entrambi gli schieramenti restano immensi e poderosi e, in taluni settori, vengono anzi ammodernati, le paure di un conflitto continuano a decrescere. Minacciata dal collasso economico, Mosca non può più permettersi di dedicare risorse colossali alla muscolatura militare, cerca intese con l'Oc¬ cidente in quasi tutte le sfere. Dinanzi a tale spettacolo, il congresso americano impone tagli alla Difesa. Se uno Stato vuole alleggerire notevolmente i propri bilanci militari, non ha altra scelta che ridurre il numero degli effettivi, ricorda l'istituto londinese. «Ecco perché Gorbaciov ha annunciato, nel dicembre '88, tagli di 500 mila uomini in un biennio, tagli che dovrebbero dilatarsi durante i prossimi negoziati sulle forze convenzionali in Europa». E' cominciata altresì «la conversione all'economia civile di fabbriche militari», talvolta con l'aiuto occidentale. 345 stabilimenti già s'accingono a produrre beni di consumo e, per il 1995, «il 60% dell'industria militare potrà essere usata a fini civili». In campo nucleare, riferisce la Military Balance, l'equilibrio strategico russo-americano è pressoché immutato, permane la quasi-parità. Più complesso il campo convenzionale: e proprio perché Mosca ha finalmente fornito dati abbastanza precisi. Questi dati rivelano che le forze convenzionali del Patto di Varsavia in Europa sono tutt'ora possenti e dotate di mezzi moderni. Ma l'International Institute Force For Strategie Studies non vede più motivi di allarme. Molte cose stanno cambiando: Mosca diminuisce gli effettivi, avvia riorganizzazioni, corregge persino la propria dottrina militare. Le nuove e ricche informazioni sovietiche sono giunte non soltanto alla Nato e alle varie potenze occidentali, ma anche all'Istituto. Il suo direttore Frangois Heisbourg ha reso noto ieri: «Abbiamo sempre inviato i nostri questionari ai Paesi dell'Est. La loro risposta era immutabile: "Grazie, abbiamo ricevuto". Tre parole soltanto, nient'altro. Quest'anno, invece, per la prima volta, la reazione è stata diversa. La trasparenza di Gorbaciov ci ha inondato di informazioni del tutto nuove. Enorme è stata la nostra sorpresa». Inquietanti le informazioni dal Medio Oriente. Leggiamo: «La proliferazione di armi chimiche e di missili terra-terra continua a destare allarme. Nonostante le molte smentite, è convinzione pressoché generale che la Libia abbia costruito uno stabilimento per la produzione di armi chimiche a Rabta, a circa 35 miglia da Tripoli, verso l'interno. Anche l'Egitto nega di avere una capacità chimica. Fonti diverse sostengono che Israele già possiede una fabbrica di queste armi nel Negev». E i missili? Egitto ed Iraq sono all'opera sul Badr 2000, un missile che si ispira al Condor 2 argentino, con una gittata massima di 1200 chilometri. le. st.]

Persone citate: Badr, Gorbaciov, Heisbourg