A Milano arriva Dai-ichi Securities di V. S.

A Milano arriva Dai-ichi Securities Cresce l'interesse giapponese per l'Italia A Milano arriva Dai-ichi Securities MILANO. Con lo sbarco nel capoluogo lombardo di Dai-ichi Securities salgono a sei i grandi operatori giapponesi attivi in Italia. Quinto intermediario finanziario del Giappone, con un totale di bilancio che alla fine dell'anno scorso ha toccato i 318,4 miliardi di yen, pari più o meno a tremila miliardi di lire, la Dai-ichi ha aperto un ufficio di rappresentanza che, per il momento, si limiterà ad attività di consulenza. Ma «il primo scopo», come ha spiegato ieri Satoshi Hattori che è presidente della casa madre nipponica, «è di raccogliere capitali italiani da investire sul mercato giapponese». Un mercato che, secondo le valutazioni di Hattori, è destinato a crescere ulteriormente, nonostante le incredibili performance registrate negli ultimi anni: la Borsa di Tokyo, infatti, ha toccato un giro d'affari di trecen¬ tomila miliardi di yen, una volta e mezzo il volume di Wall Street e dieci volte quello di Londra. Come si spiega questo miracolo? «Con l'enorme sviluppo economico degli ultimi anni — ha risposto il presidente Hattori — e prevediamo che entro cinque anni l'indice della Borsa di Tokyo sia destinato a raggiungere il raddoppio». Per Dai-ichi, Milano è il quinto ufficio di rappresentanza all'estero dopo New York, Sydney, Parigi e Singapore. Ma i punti forti della società sono le filiali di Londra, Ginevra e Hong Kong. Per quanto riguarda il mercato italiano, una cosa preoccupa soprattutto i signori della Dai-ichi: la stabilità della lira. Al contrario una cosa li alletta: gli alti tassi dei titoli di Stato, doppi rispetto a quello giapponesi, [v. s.]

Persone citate: Satoshi Hattori