«Dirò ai tuoi che rischi l'Aids»
«Dirò ai tuoi che rischi l'Aids» Padova: 70 donne fanno il bilancio di tre mesi di guerra per salvare le figlie «Dirò ai tuoi che rischi l'Aids» Madri contro i clienti delle drogate-prostitute PADOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sessanta o settanta, non di più. Quasi tutte sulla quarantina, quasi tutte con figli tossicodipendenti molti dei quali in «area-Aids» e tutte con un obiettivo fisso: fare terra bruciata attorno alle decine di ragazze e ragazzi eroinomani che si prostituiscono per poter comprare la «roba». Si tratta del piccolo ma attivissimo esercito delle madricoraggio di Padova che da tre mesi ha dichiarato guerra agli uomini che ogni notte affollano le piccole stradine attorno alla stazione ferroviaria, alla ricerca di incontri occasionali, imbattendosi anche nelle loro figlie eroinomani che hanno scelto la strada del marciapiede per trovare i soldi per la droga. Nessuna crociata puritana: le madri-coraggio stanno alle calcagna di chi cerca il sesso a pagamento, «perché — dicono — la stragrande maggioranza dei giovani che stanno sulla strada a prostituirsi sono tossicodipendenti sieropositivi. Molti di loro, anzi, sono già entrati nella fase conclamata dell'Aids. Perciò pediniamo questi signori allo scopo di metterli in guardia: per loro e per le loro famiglie il rischio del contagio è elevatissimo». Così, dopo una prima fase di «minacce» verbali e di intensa attività «promozionale» (hanno scritto al Papa, al presidente Cossiga e al ministro della Sanità), sono passate all'azione, mettendo a frutto il loro paziente e pericoloso lavoro di pedinamento notturno effettuato per tutta l'estate. Attraverso i numeri di targa delle auto che si fermavano davanti alle «lucciole» sono risaliti ai proprietari che in questi giorni hanno raggiunto nelle loro abitazioni: hanno scelto quindici persone a caso («Tanto, ci interessa solo attirare l'attenzione sul problema») e al telefono hanno sussurrato frasi che dall'altra parte della cornetta hanno avuto l'effetto di una doccia gelata: «Senti, sappiamo che frequenti il giro delle prostitute a Padova. In quel giro ci sono le nostre figlie tossicodipendenti e siero¬ positive. E' meglio per te e per la tua famiglia non tornarci più, ma attento, se ti vediamo ancora, la prossima volta telefoneremo direttamente a tua moglie». Qualcuno ha cercato di reagire, inveendo contro le signore: «Non potete prendere il numero di targa della mia auto, vi denuncerò», altri invece si sono messi a piangere terrorizzati dal rischio-Aids e dall'ombra dello scandalo. Decise, ma anche furbe le madri-coraggio di Padova, il cui esempio sarà forse seguito a Venezia, Vicenza e Firenze («Altri comitati come i nostri ci hanno chiesto informazioni», racconta una di loro). Sanno che molti tengono a non far sapere in giro certe «de¬ bolezze» e perciò insistono su questo tasto: «E' l'unico modo per convincere la gente a stare alla larga dal giro delle prostitute-tossicodipendenti, che sta diventando sempre più grosso». A Padova, poco meno di 250 mila abitanti, i tossicomani sono ottomila, il mercato degli stupefacenti ha assunto proporzioni vistose e la città sta lentamente strappando a Verona il tristissimo primato di «capitale della droga» del Veneto. Nei primi nove mesi di quest'anno sono già morti 13 ragazzi: nell'88 furono in tutto 15. «Non possiamo certo restare indifferenti di fronte a questo sterminio» dicono le madri-coraggio. Per loro, perciò, la ronda serale nei quartieri del sesso a pagamento è diventata un impegno fisso. Anche i carabinieri, qualche tempo fa, hanno dato lpro una mano con una operazione-setaccio che ha dato risultati impressionanti: tutte le prostitute fermate per accertamenti erano tossicodipendenti. «E' un pericolo per la nostra società, è assurdo che nessuno muova un dito», dice una delle madri-coraggio. Ma nonostante l'indifferenza, l'agguerrito gruppetto non ha intenzione di lasciar perdere. «Continueremo a vigilare con azioni a sorpresa, non abbiamo paura di nessuno; l'altra sera una di noi ha schiaffeggiato una ragazza che stava già trattando il prezzo della sua prestazione e ha preso a calci l'auto del cliente. Non è successo nulla, quello ha preferito scappare». Qualche rischio però c'è. «Riceviamo tante minacce, siamo diventate le nemiche numero uno degli spacciatori che sono anche i protettori delle tossicodipendenti-prostitute. Quelli sono sempre in agguato, appena vedono che la ragazza è stata con un cliente, le offrono subito una dose: sanno che non può resistere». La battaglia allora può fermarsi? «No, andiamo avanti lo stesso». La madre-coraggio non lo dice, ma è già in preparazione un'altra serata di boicottaggio al «sesso a rischio». Antonello Francica
Persone citate: Antonello Francica, Cossiga
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