«Sui profughi diktat di Gorbaciov a Honecker» di Tito Sansa

«Sui profughi diktat di Gorbaciov a Honecker» La Bild svela un retroscena della grande fuga. Angoscia all'ambasciata di Praga: i treni partiti con 24 ore di ritardo «Sui profughi diktat di Gorbaciov a Honecker» «Se non li lasci andare non verrò in visita a Berlino Est» BONN DAL NOSTRO INVIATO Michail Gorbaciov sarebbe intervenuto di persona presso la dirigenza della Germania comunista per permettere la partenza verso la Germania Occidentale degli 11 mila profughi ammassati all'interno e intorno all'ambasciata di Bonn nel centro di Praga. Lo riferisce il quotidiano popolare Bild (non sempre attendibile) riportando informazioni riservate raccolte, in ambienti governativi di Berlino Est. Il capo del Cremlino — secondo la Bild — avrebbe posto al presidente della Ddr Erich Honecker una sorta di ultimatum: se vuole che lui, Gorbaciov, vada a Berlino Est per le celebrazioni del 40° anniversario della Ddr, che cade sabato 7 ottobre, e partecipi al plenum dei segretari di partito dei Paesi del blocco orientale, Honecker deve prima risolvere il problema dei profughi. A Honecker e al comitato centrale del partito riunito martedì per molte ore, non è rimasta altra scelta che accettare, dando via libera alla «espulsione» degli aspiranti profughi. Per arginare l'ondata di fuggiaschi e anche per salvare la faccia la Ddr ha comunque deciso di bloccare tutti i posti di frontiera verso la Cecoslovacchia. Interrogato sulla attendibilità della notizia riguardante Gorbaciov il portavoce del governo di Bonn, Hans Klein, ha detto di non poterla né smentire né confermare ufficialmente. Ma una volta tanto la Bild potrebbe aver detto il vero: proprio martedì, un paio d'ore prima che la Ddr desse il segnale di luce verde per la partenza dei profughi da Praga, l'e& | ambasciatore sovietico nella Germania Federale Valentin Falin, attualmente direttore degli affari internazionali del comitato centrale del pcus, ospite a Bonn del partito socialdemocratico tedesco, aveva detto di «contare su una soluzione imminente nel modo desiderato» e di essere certo che la visita di Gorbaciov «avverrà in un'atmosfera più distesa». Falin aveva aggiunto poi, e la cosa era sfuggita nel gran trambusto di notizie riguardanti i profughi, di ritenere imminenti riforme nella Ddr. Nonostante la decisione di Berlino Est di lasciare partire i profughi, il dramma degli 11 mila di Praga è continuato ed è diventato un supplizio. Il primo treno preannunciato per le ore 20 di martedì sera non s'è visto e la gran parte dei profughi ha dovuto passare la notte all'addiaccio. Faceva un gran freddo ieri notte a Praga, 2 gradi centigradi, e salvo alcune centinaia di donne con i loro bambini, che avevano trovato rifugio all'interno dell'ambasciata, tutti gli altri hanno bivaccato sotto le stelle. I più fortunati nelle tende inviate dalla Croce Rossa di Bonn, gli altri sull'asfalto. Pochi hanno potuto dormire, anche perché di continuo arrivavano notizie, poi rivelatesi falsi allarmi, che i primi autobus verso la stazione praghese di Liben erano pronti. Così è continuato fino all'alba, quando da quattro cucine da campo inviate da Bonn sono stati preparati viveri caldi, mentre ai bambini più piccoli sono stati distribuiti cibi pannolini e vestiti arrivati durante la notte con un aereo speciale. L'attesa è continuata per tutta la giornata, contrappuntata da false voci che un treno era arrivato e che i bus erano in attesa. Ogni volta — riferiscono da Praga — vi sono state affannose corse verso gli autobus inesistenti e ogni volta vi è stata grande delusione. Ma perché i treni della Deutsche Reichsbahn, che la Ddr aveva promesso di mettere a disposizione a partire dalle 20 di martedì non arrivavano mai? Si trattava forse di un'impennata di orgoglio o di un dispetto della Ddr, la quale giustificava il ritardo con motivi tecnici dovuti alla difficoltà di reperire in così breve tempo un centinaio di vagoni? La spiegazione più plausibile sembra essere un'altra. Non appena la radio e la televisione avevano annunciato che il primo treno sarebbe partito alle 20 e che avrebbe attraversato il territorio della Germania comunista, migliaia di giovani erano affluiti lungo la linea ferroviaria con l'evidente intenzione di salire sul treno in corsa. Riferiscono da Dresda che i binari della stazione centrale della città sono stati bloccati da circa tremila giovani e che nei tratti montani della linea ferroviaria, dove i treni devono rallentare, decine e decine di persone erano appostate lungo la scarpata, pronte al balzo verso la libertà. Era già accaduto che alcune centinaia fuggissero in tal modo tra sabato e domenica quando sei treni pieni di profughi erano partiti da Praga. La Ddr insomma ha voluto impedire altre fughe e ha ritardato le partenze per prendere contromisure. La stazione di Dresda è stata sgomberata appena ieri pomeriggio dalla polizia intervenuta con energia con gli sfollagente, vi sono stati violenti tafferugli e un centinaio di persone sono state portate in carcere mentre la linea ferroviaria è stata presidiata da reparti armati. Soltanto verso sera, quando era stata ristabilita la normalità ed era buio, il secondo esodo è cominciato. Verso le 16,30 i primi autobus per i profughi diretti verso la Germania Occidentale sono arrivati dinanzi all'ambasciata di Bonn a Praga e si sono diretti verso la stazione di Liben, dove erano pronti tre convogli. Il primo di essi è partito verso le 18,30 con un migliaio di persone a bordo. Tito Sansa M Bambini tedesco-orientali con le madri, a unafìnestra dell'ambasciata di Bonn a Praga, aspettano di partire per l'Occidente