Quella scuola che non abbiamo

Quella scuola che non abbiamo r- APPRENDISTATO ~i Quella scuola che non abbiamo LE comparazioni internazionali denunciano un'insufficienza culturale della nostra scuola, il forte tasso di abbandono ci dice che essa risponde poco e male ai suoi compiti sociali. E' una situazione scoraggiante. Nell'anno scolastico 1987-88 (ultimi dati ufficiali) gli iscritti alla prima media dell'obbligo erano 992 mila, gli iscritti alla prima media superiore 766 mila. Sono arrivati alla maturità in 400 mila. Se ne deduce che quasi 600 mila ragazzi, pari al 60%, hanno abbandonato gli studi. Una scuola seria, specie la media secondaria, dev'essere anche selettiva, ma, quando lo scarto è così imponente, più che di selezione si tratta di falcidia. Anzi, di fallimento. Quei 600 mila ragazzi che cosa fanno? Chi dà loro il minimo di cultura che la vita associativa presuppone, e chi li prepara al lavoro? In numerosi Paesi europei i ragazzi che abbandonano la scuola regolare sono obbligati a seguire un corso di apprendistato con almeno 8 ore di lezione la settimana. La Germania federale assicura per 3-4 anni 40 ore settimanali: otto a carico dei Lànder (lingua, matematica, materie professionali) e trentadue a carico del datore di lavoro. L'apprendistato diventa un'altra scuola, dove gli insegnanti sono maestri artigiani formati appositamente, e le industrie mettono a disposizióne macchine e materiali. In Italia, si calcola che i possibili apprendisti siano in numero pari agli studenti dei licei classico, scientifico e del magistrale messi insieme. La legge si limita a chiedere alle Regioni di garantire tre ore di lezione la settimana: quante lo fanno? In tanta disattenzione nazionale fa eccezione la Provincia di Bolzano, che ha adottato criteri simili a quelli della Germania federale, e in breve tempo ha visto aumentare del 140 per cento il numero di ragazzi e di giovani che seguono i corsi per apprendisti. I ragazzi che abbandonano incontrano forte difficoltà a trovare un posto. In Italia, i disoccupati in età | tra i 14 e i 24 anni sono pari al 32% dei coetanei occupati: nella Germania federale il 10,1. Su 100 ragazzi in cerca del primo lavoro 62 posseggono come massimo la licenza media inferiore, 35 un diploma e 3 la laurea. Se le Regioni sono sorde, che cosa fa lo Stato per evitare che si formi una «classe subalterna»? Si parla di suffragio universale come strumento indispensabile per salvare la democrazia: perché non si raccoglie l'invito a conquistare il suffragio culturale, strumento primo per elevare la società? Il forte tasso di abbandono è dovuto in parte alle condizioni «deprivilegiate» delle famiglie e in parte alla scuola che non sa interessare. Per quanto riguarda la scuola, da decenni si cercano le cause nella inadeguatezza dei programmi, nella povertà di edilizia e di laboratori, nella preparazione, non sempre idonea, dei docenti. In un convegno del Mulino sono stati messi sotto accusa anche i libri di testo. Aumentano di mole, tanto che un ragazzo di prima media quasi tutti i giorni si porta sulle spalle un carico di 7-8 chili. Libri lussuosi per carta e illustrazioni, ma troppo vasti, e sovente fatti male. E' stato osservato che più crescono di mole e di numero, meno sono utilizzati. Per limitarci alla prima media, come è possibile per la storia dare notizie particolari del pej riodo che va dagli egiziani e dai fenici sino a Carlo. Ma-r gno, con uno sguardo alle civiltà antiche della Cina e dell'America? Che cosa rimane nelle menti di fanciulli di 11-12 anni delle mille battaglie, delle mille date, dei mille nomi riportati come in un elenco telefonico? Il libro si riduce a una accumulazione progressiva di nozioni, mentre dovrebbe rinunciare a ogni presunzione di completezza, per essere un compendio logico che abbia sempre presente quanto utilmente si può insegnare e quanto realmente si può imparare. Quando si vuole dare tutto di tutto si favoriscono la superficialità e il disinteresse, e non si aiutano i ragazzi a sviluppare il senso critico, che è alla base della maturità. Giovanni Travati ni

Persone citate: Giovanni Travati

Luoghi citati: America, Bolzano, Cina, Germania, Italia