La signora condannerà i disertori

La signora condannerà i disertori La decisione assunta dal Consiglio superiore della magistratura con le stellette La signora condannerà i disertori Anche le donne ammesse alla carriera di giudice militare ROMA. La decisione è storica. Alle donne, ammesse nella magistratura ordinaria dal 1964, si sono ora spalancate le porte della magistratura militare. E fra pochi mesi le signore togate potranno giudicare obiettori, ammutinati e disertori. La delibera è stata assunta venerdì scorso dal Consiglio superiore della magistratura militare, l'organo di autogoverno dei giudici. Già dal prossimo concorso, alle donne verrà permesso quel che sinora, nonostante clamorosi tentativi e fondatissime proteste, era sempre stato negato. Istituito nel dicembre scorso, a meno di un anno dalla sua nascita il Csmm ha sovvertito i canoni di arruolamento. «Con una semplice operazione interpretativa, fondata sui principi costituzionali e sulla legge 1963 che apre alle donne tutti gli uffici pubblici, il consiglio ha risolto una controversia sulla quale il ministero della Difesa aveva assunto invece una decisa posizione di chiusura», annuncia infatti con tono trionfale l'associazione nazionale magistrati militari. Se fino ad oggi alle donne era stato negato di entrare nelle accademie per intraprendere la carriera di ufficiali di marina o piloti di jet, un primo passo è stato compiuto per le donne magistrato «con le stellette». «Quella compiuta dal primo presidente della Cassazione Antonio Brancaccio (che per legge presiede il neo-Consiglio superiore della magistratura militare n.d.r.) — commenta Corrado Carnevale, presidente della prima sezione penale della Suprema corte — è un'operazione di ortopedia giuridica tutto sommato accettabile. Sarebbe stato forse più corretto un ricorso al giudice amministrativo (al Tar) ed una conseguente eccezione di carattere costituzionale». Il rischio, in questo caso, sarebbe stato però quello di non risolvere la questione. Ricordate il caso di Diadora Bussani, la ragazza triestina che nel dicembre scorso si vide respingere dal Consiglio di Stato l'accesso all'Accademia di Livorno dopo il parere positivo del Tar? O delle due giovani baresi ammesse e poi escluse due anni fa dal concorso in magistratura militare? Ma ormai è acqua passata. Per le donne giudici «con le stellette» è cosa fatta. Per quelle che vorranno abbracciare la carriera delle armi senza toga, ma con tuta mimetica e moschetto, è questione di pochi mesi. Il capo di Stato maggiore dell'esercito, generale Ciro Di Martino, si è già espresso a favore all'ingresso femminile nell'Esercito ed ha già previsto che il primo contingente farà l'addestramento a Viterbo. Toccherà ora al Parlamento decidere. Le secolari resistenze del ministero della Difesa si allentano dunque sempre più. Finché i magistrati militari dipendevano direttamente dalle autorità gallonate insediate nel severissimo palazzo di via Venti Settembre, non c'è mai stato spazio per le donne. E' bastato che quelle autorità dessero alla fine il consenso all'istituzione del Consiglio superiore della magistratura militare per assistere alla prima novità. Presieduto da Antonio Brancaccio e costituito dalle più alte cariche della magistratura militare, il Csmm è stato istituito con legge ordinaria nel dicembre scorso sull'esempio del Consiglio superiore della magistratura ordinaria, che era invece previsto da una norma costituzionale, [r. e]

Persone citate: Antonio Brancaccio, Ciro Di Martino, Corrado Carnevale

Luoghi citati: Livorno, Roma, Viterbo