Sull'Etna anche il terremoto, cresce la paura

Sull'Etna anche il terremoto, cresce la paura Si teme l'apertura di un cratere vicino ai paesi, a Catania la prefettura pronta a disporre interventi d'emergenza Sll h il l Sull'Etna anche il terremoto, cresce la paura In allarme l'esercito CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sull'Etna è quasi emergenza. Il rischio che da un momento all'altro si possa aprire una bocca a quote molto basse (fra i 1500 e i 1700 metri) ha fatto accorrere gli esperti della Commissione grandi rischi della Protezione civile che ieri pomeriggio sono saliti sul vulcano carichi di sismografi e di altri apparecchi di precisione. «C'è il cinquanta per cento di probabilità che un evento del genere possa verificarsi, che l'eruzione possa cioè prendere una brutta piega — avverte il professor Franco Barberi, responsabile dell'equipe di studiosi che tiene costantemente sotto controllo l'attività del vulcano — l'apertura di profonde crepe lungo il fianco sud orientale dell'Etna e l'intensificarsi dei fenomeni sismici sono elementi che fanno temere il peggio. L'area in cui potrebbe aprirsi il nuovo cratere è quella di Piano del Vescovo, a monte di Zafferana». Una zona non molto lontana dalle campagne e dai centri abitati, su cui vige da ieri pomeriggio un rigoroso divieto d'accesso, imposto dal prefetto che ha ordinato la chiusura al traffico di alcuni tratti della strada provinciale 92 che da Zafferana porta al rifugio Sapienza, già interrotta in alcuni punti dalle profonde fenditure. Il quadro dell'eruzione, ormai in corso quasi ininterrottamente da tre settimane, è mutato pericolosamente negli ultimi giorni con l'apertura, nella notte fra mercoledì e giovedì, di un cratere a quota 2700 metri, fra i Pizzi Deneri e la Valle del Leone. Qui la lava, abbondante ed estesa su un fronte di alcune centinaia di metri, avanza ancora all'interno della Valle del bove, una profonda depressione del tutto priva di vegetazione. Ieri sera il fiume di fuoco, visibile di notte anche dai paesi della costa ionico-etnea, era giunto intorno a quota 1200, nei pressi di monte Fontana. La lava avanza a ridosso di una vecchia colata, quella del 1950, alla velocità di pochi metri l'ora. In una zona impervia e ricca di asperità naturali che dovrebbero impedire al fiume di terra che brucia di spingersi a quote più basse, di costituire un peri¬ colo per i centri abitati di Milo e Fornazzo, situati più o meno lungo la traiettoria del fronte lavico, ma per fortuna ancora molto lontani. I pericoli invece vengono dall'estremità meridionale della Valle del Bove. Il sistema di fratture si è sviluppato quasi contemporaneamente all'apertura della nuova bocca. Mentre a pochi chilometri di distanza la lava usciva impetuosa (la velocità alle bocche attualmente è di cinque-sei metri al secondo), intorno a quota 2500, in località Cisternazza, si aprivano crepe larghe più di un metro che col passare delle ore si andavano estendendo e anche allargando. Le dimensioni del fenomeno sono apparse subito eccezionali. Nella giornata di ieri, il sistema di fratture si è propagato lungo una linea di alcuni chilometri fino a spingersi alla zona compresa fra Monte Pomiciaro e Piano del Vescovo. Contemporaneamente le apparecchiature dell'Istituto internazionale di vulcanologia hanno messo in evidenza un sensibile aumento dell'attività sismica. Tremori di debole intensità, ma anche veri e propri terremoti di entità compresa fra il quarto e il quinto grado della scala Mercalli. Quasi tutti con epicentro nella zona percorsa dalle fenditure. Inoltre, continua l'attività esplosiva nel cratere di Sud-Est con altissime fontane di lava, lanci di lapilli, pioggia di cenere sui paesi del versante orientale del vulcano. Segnali evidenti che all'interno del massiccio vulcanico il magma continua a premere. «La pressione è ancora fortissima — era questo il commento comune, raccolto ieri pomeriggio, durante il sopralluogo dei vulcanologi della Protezione civile sull'Etna — il magma Spinge ancora nonostante a poca distanza da qui ci sia un'eruzione in corso, una bocca attiva che vomita continuamente lava. Di solito avviene il contrario. Quando si apre un cratere e la lava viene fuori così copiosa, gli altri fenomeni si placane, e l'attività sismica praticamente si arresta». L'Etna, insomma, non finisce mai di stupire. E proprio questa imprevedibilità ha spinto la prefettura a prepararsi al peggio. Da ieri pomeriggio è mobilitato il centro di coordinamen¬ to che, in caso di pericolo, dovrà disporre tutti gli interventi d'emergenza. E' coordinato dal prefetto Corrado Scivoletto. Sono all'erta forze dell'ordine, vigili del fuoco, perfino l'esercito. Nel giro di poche ore dovrebbe essere tutto più chiaro. Ieri sera l'attività sismica aveva subito un arresto improvviso. E questo potrebbe voler dire che il magma ha finito di premere e si è trovato una strada per arrivare in superficie. Nino Amante LA SITUAZIONE DELL' ETNA

Persone citate: Corrado Scivoletto, Franco Barberi, Mercalli, Nino Amante, Sapienza, Zafferana

Luoghi citati: Catania, Cisternazza, Milo, Sud-est