Sono liguri i migliori boscaioli

Sono liguri i migliori boscaioli Hanno vinto in Valle d'Aosta il campionato italiano dopo cinque prove di forza e abilità COGNE. I boscaioli hanno cambiato nome. Adesso li chiamano operatori forestali. Non usano più l'accetta, ma la motosega. Però la domenica si sfidano: gareggiano nel tagliare ceppi a colpi d'ascia, abbattere alberi, spostare tronchi che pesano quintali trascinadoli con una zappetta. Fanno un campionato con selezioni regionali e una finale italiana. La gara decisiva è stata domenica a Cogne: erano una settantina, i migliori. L'ha spuntata una squadra ligure, di Tiglieto, sui monti di Genova: Rinaldo Zunino, Stefanino Chiesa e Silvano Pesce si sono ripresi il titolo che avevano vinto per tre volte consecutive e che l'anno scorso s'erano fatti soffiare dai friulani di Polcenigo. Vincitori liguri, quindi: ma liguri per modo di dire, visto che soltanto Pesce è di Tiglieto, Zunino vive a Santo Stefano Roero nel Cuneese e Chiesa è alessandrino, di Molare. Bel tipo, questo Chiesa: campione lui, aspiranti campioni i figli, pure boscaioli, che però stanno in un'altra squadra. La domenica se ne vanno per gare, e le donne di casa li accompagnano. Mamma Chiesa si cura i suoi atleti, sorveglia che si mantengano in forma, mentre la sorellina scatta le fotografie e aggiorna l'album dei ricordi. Ma esattamente, che cosa fanno questi boscaioli? Ripetono sul campo di gara gli stessi gesti del loro lavoro antico. Sono cinque prove, si parla infatti di «pentathlon del boscaiolo»: taglio del ceppo, spostamento del tronco, taglio con la motosega di una sezione d'albero il più possibile regolare, deramatura (significa eliminare tutti i rametti laterali del tronco) e infine abbattimento di precisione, cercando di far cadere l'albero su un bersaglio. L'idea di queste gare è nata dieci anni fa Sono liguri i migliori boscaioli Tra legare colpire un bersaglio con il tronco tagliato «dietro a un bicchiere di vino», tra i boscaioli del Trentino Alto Adige e alla maniera di competizioni diffuse in Europa. L'iniziativa è piaciuta, fino ad arrivare a coinvolgere i taglialegna di dieci regioni. C'era stata anche un po' di polemica, pej la scelta di Cogne come sede di questa decima edizione del «Pentathlon del boscaiolo»: ospitare gente che taglia alberi, proprio qui, a due passi dal Gran Paradiso, poteva sembrare una sfida, quasi una protesta di chi vorrebbe allentare i vincoli imposti dal Parco. Idea sbagliata. «I boscaioli, oggi, sono i primi difensori della natura — precisano organizzatori e amministratori locali. — Ripuliscono il terreno, sfoltiscono, aiutano le piante a crescere meglio. Sono i medici della foresta». Il loro è un mestiere che si tramanda: «Quando facciamo la prova del tronco da tagliare a colpi d'accetta, ripenso a mio nonno — ricorda Rinaldo Zunino, 46 anni —. Lui mi insegnò le prime regole, per esempio che quando il ceppo è tagliato, all'ultimo colpo, la lama non deve mai toccare terra. Vede? Sembra soltanto una questione di muscoli, invece ci vuole abilità, intelligenza». Giuseppe Lunardon, di Fondotoce in provincia di Novara, sembra un professore, con barba corta e occhiali. Quando affronta la prova dell'abbattimento di precisione, studia l'albero a lungo, poi se lo lavora con la motosega, a piccoli colpi, finché cade e centra in pieno il bersaglio. «Ho 45 anni e ho cominciato questo mestiere che ne avevo dieci — racconta Stefanino Chiesa —. Che mestiere è? Lavori dalle sei del mattino a quando fa buio, però non lo cambierei con un altro». Claudia Ferrerò

Persone citate: Giuseppe Lunardon, Mamma Chiesa, Silvano Pesce, Stefanino Chiesa