Omaggio al treno dei Borboni di Fulvio Milone
Omaggio al treno dei Borboni Centocinquanta anni fa la prima ferrovia (Napoli-Portici) voluta da Ferdinando III Omaggio al treno dei Borboni Oggi viaggia gratis chi è nato il 3 ottobre NAPOLI. Era la mattina del tre ottobre 1839 quando, tra squilli di trombe e salve di cannone, le due sferraglianti locomotive a vapore «Bayard» e «Vesuvio» partirono a sirene spiegate, per la gloria di Ferdinando III di Borbone. Le cronache del tempo narrano che 238 nobili di corte stipati in due convogli, per un totale di 18 vagoni, ebbero il privilegio di inaugurare il primo tratto ferroviario mai costruito in Italia: un binario lungo 7 chilometri e 640 metri, che collegava Napoli con la cittadina costiera di Portici. Oggi, a 150 anni dalla nascita della prima strada ferrata del Paese, l'ente Ferrovie ha deciso di festeggiare l'anniversario con un'iniziativa originale. Per ventiquattr'ore, a partire dalla mezzanotte di ieri, tutti gli utenti nati il giorno tre ottobre potranno viaggiare gratis in prima classe (treni Intercity a prestazione speciale «Etr 450» esclusi) sull'intera rete nazionale. Gli «utenti del futuro», i minori di quattordici anni, dovranno essere accompagnati da uno dei genitori che usufruirà anch'egli dell'agevolazione. Il viaggio gratis per chi compie gli anni oggi è solo la prima di una serie di iniziative adottate dall'ente per festeggiare l'anniversario. Tra feste e celebrazioni diverse per ciascuna sede compartimentale, sabato 7 ottobre sarà aperto a Pietrarsa, nei pressi di Portici, un Museo Nazionale ferroviario. Con l'inaugurazione della prima strada ferrata italiana voluta da un re Borbone, l'Italia si aggiudicò il titolo di terzo Paese europeo dotato di una ferrovia, dopo la Francia e la Gran Bretagna, prima nel mondo. «Bayard» e «Vesuvio», due splendide vaporiere appena uscite dalle officine inglesi «Stephenson», capaci di sviluppare una velocità massima di 50 chilometri orari, percorsero in 11 minuti esatti il breve trat¬ to ferroviario, progettato dall'ingegnere francese Armand Bayard. Nel commentare un avvenimento che avrebbe segnato una svolta nella storia del Paese, i cronisti dell'epoca non mancarono di esaltare la «magnificenza e lungimiranza del re Borbone», che quel tre ottobre non lasciò nulla all'improvvisazione. Un successo particolare ebbero le divise del personale della neonata Ferrovia: il capostazione indossava una livrea verde con galloni dorati, un berretto d'identico colore, pantaloni grigi e spadino. La prima «ferrovia» italiana registrò un autentico boom per quanto riguarda l'utenza. Nei primi tre mesi i viaggiatori furono centotrentuno mila, con un ritmo di millecinquecento al giorno. Il successo fu tale che altri reali vollero seguire subito l'esempio di Ferdinando III. Il primo fu Ferdinando I d'Austria, re del Lombardo-Veneto, che appena 10 mesi dopo l'inaugurazione della «NapoliPortici», diede vita ad una «Imperiai regia privilegiata strada ferrata», che collegò Milano con la Villa Reale di Monza. Sei anni dopo, lo stesso re fece realizzare un ponte ferroviario tra Venezia e Mestre. Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quel lontano tre ottobre 1838. Anche se non sempre edificante, la storia delle Ferrovie dello Stato ha conosciuto altri importanti primati. Uno di questi risale al 20 luglio del 1939, quando un locomotore tutto italiano, un «Etr 200» della «Breda», stabilì in record mondiale di velocità media su rotaia: 165 chilometri orari tra Firenze e Milano; 203 chilometri orari tra Parma e Piacenza. Seguirono gli anni bui della guerra, che causò alla rete ferroviaria danni per oltre mille miliardi (stima dell'epoca), e quelli non meno difficili dèlia ricostruzione. Tra alterne fortune e qualche scandalo giudiziario riguardante la recente gestione, oggi l'ente festeggia l'anniversario ricordando l'ultimo suo successo: l'entrata in servizio del «Pendolino», sul tratto Roma-Milano: 633 chilometri, senza fermate, in 3 ore e 58 minuti. Per coprire un percorso così lungo le vecchie, scomode ma sicure «Bayard» e «Vesuvio» avrebbero impiegato poco meno di tredici ore. Fulvio Milone Ferrovie d'altri tempi. Una «prova di carico» del ponte sulla Roma-Orte costruito nel 1860
Persone citate: Armand Bayard, Bayard, Borboni, Ferdinando Iii, Stephenson
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