Sulle strada di Senna c'è un grande Berger di Cristiano Chiavegato

Sulla strada di Senna c'è un grande Berger Tensione in Spagna: se l'austriaco (2° nelle prove) si afferma, consegna il titolo a Prost, il futuro pilota di Maranello Sulla strada di Senna c'è un grande Berger // brasiliano conquista lapoleposition E oggi deve vincere per sperare ancora JEREZ DAL NOSTRO INVIATO Indomabile, Ayrton Senna ci prova ancora: oggi il brasiliano parte in pole position nel Gran Premio di Spagna. E' solo contro tutti, se non vince, dovrà dare l'addio al titolo. Un'impresa quasi disperata, ma il campione del mondo ha offerto ieri un'altra dimostrazione di eccezionale bravura. A dieci minuti dalla fine del secondo turno di qualificazione, quando era al quinto posto, è sceso in pista e ha compiuto un giro da favola. Risultato, l'2CT291, media 189,122 km/h, record assoluto. E' questa la quarantesima pole (su 92 gare) di Senna, una quota persino sconcertante: il secondo nella classifica dei piloti più veloci in prova è Jim Clark (33) e il mitico Juan Manuel Fangio, pur vincendo cinque titoli, è rimasto a 28. Basteranno però al brasiliano per vincere la gara la determinazione, la voglia di battagliare con Prost sino alla fine della stagione, la rabbia? O sarà proprio il suo futuro compagno di squadra, Gerhrad Berger, in una sorta di nemesi negativa a togliergli ogni possibilità? A fianco della McLaren di Senna c'è in prima fila proprio la Ferrari di Berger. Una Ferrari che, almeno in certi circuiti, è ormai al livello del team inglese. Solo 274 millesimi di secondo separano la McLaren-Honda dalla «rossa». E ormai si è capito che la Ferrari è più forte in corsa che non in qualificazione, dove ieri, fra l'altro, Berger è incappato in una incertezza al primo giro con le gomme tenere, ha dovuto ripartire una seconda volta, forse con un piccolo margine in meno di possibilità in quanto le coperture erano già intaccate. «Una situazione difficile — dice scuro in volto Berger che sente il peso della responsabilità —. Io voglio vincere, corro per la Ferrari e per me stesso. Ma mi dispiacerebbe avere un problema alla prima curva con il pilota che nel 1989 sarà mio compagno. Bisognerà stare molto attenti. La verità è che noi siamo più vicini alla McLaren che non ad Estoril. Il nostro motore è migliorato moltissimo. Ed in Portogallo siamo arrivati primi». E' preoccupato l'austriaco per tanti motivi. Perché sa di essere nel mirino di tutti, padroni vecchi e padroni nuovi. Senza dimenticare che proprio all'inizio del campionato Berger e Senna si toccarono in Brasile alla prima curva. Che botto. Ma qualsiasi esitazione potrebbe essere interpretata male e il povero Gerhard si trova in una situazione davvero delicata. Anche perché alle spalle dei due troviamo un Alain Prost che ha tanti motivi per ridere. Il francese è in una botte di ferro e oggi pomeriggio, con l'aiuto di un po' di fortuna, potrebbe alle 16,30 festeggiare il suo terzo titolo mondiale: Gli sarà sufficiente un piazzamento al terzo posto (se Senna non vincerà) per diventare irraggiungibile. Prost quest'anno è arrivato al traguardo dodici volte su tredici (un solo ritiro, a Montreal, per il cedimento di una sospensione). Sarebbe ben strano se dovesse essere tradito dal motore proprio oggi, pur tenendo conto che proprio la statistica è contro di lui perché prima o poi qualche guaio potrebbe arrivare. Ma siamo ai limiti della fantaFormula 1. Qualora invece il brasiliano conquistasse un successo, allora tutto verrebbe rimandato al Giappone. La lotta per il titolo assorbe l'attenzione in un clima di tensione. La gara sarà condizionata dal caldo e dai soliti dubbi riguardanti le gomme, con le soste ai box per cambiare i pneumatici che potranno avere un ruolo importante. Ma si deve anche rilevare che il Gran Premio di Spagna presenta altri motivi di grande interesse, soprattutto per il clan italiano, Ferrari a parte. La grande conferma arriva da Pier Luigi Martini con la Minardi, quarto tempo, ancora uno scalino avanti rispetto al Portogallo. Tempi assolutamente straordinari anche per il piccolo corridore romagnolo che dispone di un'ottima vettura, ma di un motore certamente meno evoluto e soprattutto meno potente. Bravo il pilota, incoraggiante questa continuità della scuderia. Ma se Martini (che per diversi minuti ha anche occupato la pole position provvisoria, prima che Berger e Senna sparassero le loro cartucce), tutto sommato, non è stato una sorpresa, un certo stupore l'ha destato il quinto posto della Lola di Alliot. E' il primo vero acuto del motore Lamborghini 12 cilindri di Mauro Forghieri che sinora, fra mille difficoltà, non aveva ancora avuto modo di brillare. Poi troviamo il sempre più ritrovato Piquet (la sua Lotus non è poi così malvagia), Brunelle con la Brabham, il rampante Alesi (Tyrrell), Emanuele Pirro con la Tyrrell (forse è un pilota sottovalutato), Larini e Modena. Ci sono due Osella al via per la prima volta nella stagione e per il geometra di Volpiano è già un successo. Meno bene Nannini con assetti difficili della sua Benetton, Patrese (è sesto, ma ha dovuto prendere la Williams vecchia), le Dallara che hanno perso improvvisamente secondi per la strada, le March di Capelli e Gugelmin sempre alle prese con tanti guai. Non qualificati Arnoux (Ligier, 1'25" 190), Raphanel (Rial, l'25"443) e Foitek (Rial l'29"226). Ma la gara oggi alla fin fine dovrebbe proporre i "soliti argomenti: duello McLaren-Ferrari con tutte le implicazioni di cui abbiamo già parlato e alle spalle dei due i soliti Patrese, Boutsen, Nannini, Piquet. A questo gruppetto si aggiungerà però in un ruolo di terzo incomodo il frizzante Martini. Tutti si attendono molto dal pilota romagnolo. Cristiano Chiavegato In bilico. Berger è l'uomo-chiave tra Senna (suo futuro compagno di squadra) e Prost: vincendo, darà il titolo al francese