Un marchio garantisce che la frutta è «pulita»

Un marchio garantisce che la frutta è «pulita» L'iniziativa nasce dall'accordo tra la Regione Emilia e Romagna e le associazioni dei produttori Un marchio garantisce che la frutta è «pulita» In 4000 aziende l'uso di prodotti chimici è vicino al livello zero BOLOGNA. La diffusione della lotta integrata ha assunto in Emilia-Romagna dimensioni ragguardevoli: 16 mila ettari di frutteti, quasi 4 mila aziende seguite da 170 tecnici. La produzione «integrata» (cioè ottenuta con l'uso di quantitativi minimi di prodotti chimici) di pesche, nettarine, pere, mele rappresenta in media un quinto della produzione complessiva regionale. Il minor impiego di fitofarmaci nelle aziende agricole che hanno adottato strategie di lotta integrata è di circa il trenta per cento. L'insieme delle attività collegate (ricerca, assistenza, divulgazione) ha condizionato positivamente gli indirizzi fitoiatrici dell'intera regione. Da queste considerazioni è scaturito l'accordo tra la regione Emilia-Romagna e le associazioni dei produttori ortofrutticoli per la produzione commerciale dei prodotti ottenuti con le tecniche di lotta integrata. Un primo codice di autoregolamentazione — come ricorda il Centro Divulgazione Agricola della Provincia di Bologna — è stato varato nel 1988.1 risultati sono stati decisamente incoraggianti. Da quest'anno, alle precedenti direttive si è aggiunto l'uso obbligatorio del marchio regionale, in modo da offrire al consumatore un ulteriore elemento di chiarezza e di garanzia. Il marchio indica non soltanto un processo produttivo e la provenienza del prodotto, ma garantisce anche l'effettuazione di una serie di controlli eseguiti su almeno un quinto delle partite prima che siano messe in vendita sul mercato, per verificare l'eventuale presenza dei residui di antiparassitari. I produttori o i consorzi che si avvalgono del marchio devo¬ no sottostare a precise direttive, e precisamente: 1 ) Tenere ben distinte e riconoscibili le partite dei prodotti destinati alla promozione commerciale. 2) Conservare le schede di rilevamento che sono state utilizzate dai tecnici durante il processo produttivo. 3) Effettuare analisi per verificare la presenza di eventuali residui di antiparassitari su almeno il 20 per cento delle partite. 4) Le confezioni poste in vendita dovranno essere chiuse e all'interno va posto il simbolo del «Progetto». La Regione Emilia-Romagna ha affidato al Vocer (Consorzio per la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli tipici dell'Emilia-Romagna) il controllo affinché le regole siano tutte rispettate. Nei casi di inadempienza sono previste severe sanzioni. [1. b.] Il marchio non garantisce solo la provenienza degli ortaggi, ma anche l'effettuazione di una serie di controlli prima di metterli In vendita