Alchimie di lana per sedurre la donna in carriera
Alchimie di lana per sedurre la donna in carriera Le sfilate di Prato Expo Alchimie di lana per sedurre la donna in carriera FIRENZE. I pratesi espongono alla grande negli stands della Fortezza da Basso. I compratori, una folla, hanno trovato molte novità e non solo tessili nei quattro giorni di Prato Expo, che si chiude domani. Una volta i fantasiosi lanieri dei tredici comuni intorno a Prato, quattordicimila unità industriali per quasi 53 mila addetti su una popolazione di trecentomila abitanti, eran noti per le loro alchimie di fibre. Oggi i loro nuovissimi «misti» contemplano l'unione del cachemere con la lana, della lana col mohair. E le sete come le alpaca, il cotone come il lambswool sono al più alto livello qualitativo. Un distillato di quella concentrazione di abilità e ricerca che illustrano da secoli la città-laboratorio. Nella Fortezza da Basso sono arrivati gli architetti negli stand funzionali. Qui i capi realizzati con i tessuti del prossimo inverno 1990-'91, privilegiano a sorpresa la moda maschile. Anche se i pratesi, per fantasia e strutture tecnologiche continuano a produrre stoffe per la donna, in maggioranza, non è raro che sdoppino le loro linee per un'articolazione più ampia dell'offerta. E' del resto nella drapperia che batte il polso della ricerca, tanto più oggi che torna in scena il tessuto cardato, dall'aspetto ruvido ma dal tocco dolce. Promotrade, il Consorzio di Promozione e sviluppo dei Prodotti tessili di Prato, ha fatto passi da gigante nel curarne rimaglile. C'è la campagna «Lana morbida di Prato», orgogliosa e spavalda; c'è un film di quindici minuti per illustrare Prato, dai tempi dell'intraprendente mercante che fu il Datini allo sviluppo attuale: concentrazione di imprese nel Macroiotto, all'avanguardia per eliminazione dei rifiuti e riciclazione delle acque di lavorazione; costante attenzione all'arte nel Museo Luigi Pecci. E la tradizionale festa la sera del giorno d'apertura è coincisa quest'autunno con la donazione al museo, da parte di Pratotrade, d'una video scultura realizzata da Fabrizio Plessi. Ma oggi per dibattere il tema «L'industria tessile europea alla vigilia del 1992» incontra i produttori di Prato Klaus Steilman, fondatore d'uno dei maggiori gruppi dell'industria abbigliamento in Europa, intrecciata all'esportazione pratese. «I consumi tessili ristagnano — dice Lamberto Cecchi, presidente di Pratotrade —, forse non abbiamo saputo stimolarli. Il "nuovo" e il "migliore" saranno più importanti del prezzo. Per questo occorrono qualità e ricerca». Tornano immagini di tessuto dimenticate da anni, sobrie ma non dimesse, più corpose, naturali, a tinta unita ma frutto d'una molteplicità di colori sul rovescio, semplici ma in effetti sofisticate nella loro apparenza artigianale. L'uomo recupera la giacca che ricorda il donegal, il cover, la donna riscopre la vellutata douvettine, la lana sottile con jacquard cravatteria o stampe capaci di tradurre in quieta eleganza le suggestioni barocche e bizantine nell'aria. Evoluzione e contrasto: un binomio che Baldacci interpreta nei mélanges dei pettinati fini, dei crèpes fluidi per una donna attenta alle tonalità dolci, sia nordiche che sontuose ma anche-alla novità dei finissaggi che mutano il tessuto, così la flanella chiné ha il volut- tuoso tocco del cachemere e i tweed campagnoli una nobile morbidezza. Sapiente gioco di contrasti. In quanto al cashgora, filato eccelso realizzato con la lana della capra incrocio fra il tipo da cachemere e quello da mohair, è impiegato puro per una stoffa preziosa in luce, calore e avvolgenza. I suggerimenti di tendenza parlano a Prato Expo di fascino della natura accanto alla seduzione intimista, per vivere diversamente l'affanno metropolitano, dicono dalla Gommatex, o stare davvero in campagna, racchiuse in jersey opaco dai monocolore sbalzato o opulento, i disegni kilim, il tappeto come mantello. Lido Cecchi divaga su colori e armature inglesi per i coordina¬ ti tweed, lane pastellate con trasparenti effetti giardino; Mantellassi muta soltanto il colore agli Shetland, ai misti cachemere del tailleur, del mantello per donna, gli stessi peraltro riservati all'uomo. A Prato Expo l'uomo può contare, al di là delle saghe, dei cover, su tessuti sportivi con decisione, soprattutto nelle giacche che Mario Bellucci tinge di colore, rossi vino, ottanio, giallo acido, attenuati dalla tecnica mélange e dai rapporti camicia, golf, gilè. Ma un'essenziale severità, fondi cupi, effetti metallici e inquietanti memorie, esprimono purissime lane per una moda maschile fra la Berlino Anni Trenta e il neocostruttivismo russo. Lucìa Sollazzo Un mantello in lana creato da «Dolce e gabbana»
Persone citate: Baldacci, Datini, Dolce E Gabbana, Fabrizio Plessi, Lamberto Cecchi, Lido Cecchi, Luigi Pecci, Mantellassi, Mario Bellucci
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