«A Roma un primato di carità»
«A Roma un primato di carità» Runcie al Papa «A Roma un primato di carità» CITTA' DEL VATICANO. Un «primato nella carità», e non nell'autorità per Giovanni Paolo II che così potrebbe diventare il Pontefice non solo dei cattolici, ma di tutti i cristiani: è questa l'audace sfida lanciata ieri dall'arcivescovo di Canterbury, Robert Runcie, nella sua seconda giornata romana, segnata dal momento emotivamente più alto di tutta la visita: la celebrazione comune dei vespri nella Chiesa di S. Gregorio. Fu Papa Gregorio a inviare il monaco Agostino a evangelizzare l'Inghilterra, nel 596. Dopo un colloquio di un'ora in Vaticano nella mattina, il Papa e Runcie hanno pregato insieme alle 17 nella chiesa e pronunciato due discorsi in inglese. «Recandomi in pellegrinaggio alla tomba del martire San Tommaso Becket — ha detto il Papa nell'omelia — pensavo di contribuire a rimarginare le ferite terribili inferte al corpo di Cristo nel sedicesimo secolo». Lo scopo del dialogo è rimasto immutato: «La nostra meta è riscoprire ancora una volta, insieme, quella comune eredità di fede che condividevamo prima della tragica sequela di eventi che divisero quattro secoli orsono i Cristiani dell'Europa». «In questo nostro incontro tuttavia — ha aggiunto — non possiamo non riconoscere che degli avvenimenti sopraggiunti negli ultimi anni hanno seriamente acuito le differenze esistenti tra noi, rendendo più arduo il compito della commissione». Era un riferimento all'ordinazione sacerdotale delle donne, decisa dalla Conferenza di Lambeth l'anno scorso. «Dal nostro dialogo con la Chiesa cattolica romana, e dall'acuto conflitto fra Anglicani — ha replicato il primate anglicano — stiamo scoprendo il bisogno di più ampi legami di affetto». La proposta di Runcie, rivolta alla «Chiesa universale», vale a dire a tutte le confessioni cristiane è la seguente: «Non potrebbero tutti i cristiani giungere a riconsiderare il tipo di primato esercitato dal Vescovo di Roma nella Chiesa primitiva, un "presiedere nella carità" per amore dell'unità delle Chiese nella diversità della loro missione?». In pratica, le singole confessioni manterrebbero la loro autonomia e la loro storia, riconoscendo però al Papa un ruolo di «punto focale» di unità fra i cristiani. Marco Tosati»
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Papa Gregorio, Robert Runcie, Runcie
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Europa, Inghilterra, Roma
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