BANCHE AMICHE DELL'ARTE (MA OGNUNA FA DA SE ')
BANCHE AMICHE DELL'ARTE (MA OGNUNA FA DA SE ') BANCHE AMICHE DELL'ARTE (MA OGNUNA FA DA SE ') DALLA scorsa settimana, a Vicenza, in Palazzo Leoni Montanari, sede della Banca Cattolica del Veneto, esposizione di dieci opere d'arte restaurate. Il restauro è stato possibile grazie ad un apposito fondo di questo istituto di credito, denominato «La Banca per l'Arte». Fra le dieci opere, dipinti del Veronese e Tintoretto provenienti da Venezia. Il trasporto di Cristo al Sepolcro di Jacopo Bassano della Chiesa dei Carmini di Vicenza. Un raro piviale del XV secolo della chiesa arcipretale di Pieve di Cadore. Una statua di Efebo, copia romana da originale greco del Museo di Feltre. Un altorilievo con Redentore in trono di anonimo scultore veneziano del XIII secolo del Museo Diocesano di Treviso. Inoltre affreschi e altri marmi medievali e anti¬ chi da chiese e musei della provincia. La scelta e i controlli sono stati coordinati da un comitato di consulenza formato dai Sopraintendenti ai Beni Architettonici e Storici del Veneto. L'avvenimento segue di pochi giorni l'inaugurazione a Bologna di una mostra di disegni di artisti bolognesi, organizzata dalla Cassa di Risparmio del capoluogo emiliano in S. Giorgio in Poggiale, che è il luogo dove sono conservate le sue collezioni di arte e storia. I circa 80 fogli esposti sono stati prestati dal Museo di Budapest e sono di particolare interesse in quanto lavori di importanti pittori specie del 600, come Ludovico, Annibale e Agostino Carracci, Reni, Guerrino, Domenichino, Simone Cantarmi, il Canuti, nonché le celebri architetture scenografiche dei Bibiena. Senza contare lo splendido, utilissimo catalogo. Ma in queste settimane le iniziative bancarie di questo genere non si esauriscono qui. Tra pochi giorni, a Napoli, a Villa Pignatelli Cortez, d'intesa con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, verrà presentata una selezione del patrimonio artistico del Banco di Napoli. Saranno esposte un'ottantina di opere, dal 600 al 900, fra cui dipinti dello straordinario Maestro dell'Annuncio ai pastori, del Cavallino, Guarino, Paolo Porpora, Giuseppe Recco, Gaspare Traversi, Francesco De Mura e della Scuola di Posillipo, nonché terrecotte e bronzi di Gemito. Insomma una campionatura dell'arte napoletana, sulla quale, giustamente, si è appuntata l'attenzione del Banco. E che ora, per festeggiare i 450 anni della sua fondazione vuol far conoscere al pubblico. Se a tali mostre si aggiungono gli innumerevoli, cospicui impegni che gli istituti di credito, nei modi più diversi, hanno preso, in questi ultimi tempi, a favore delle arti — valgano gli esempi dell'Istituto S. Paolo di Torino, della Cariplo e del Monte dei Paschi oppure del Credito Italiano in ambito librario — bisogna riconoscere che, in questo settore, stiamo vivendo un'aurea stagione di mecenatismo. Si direbbe che, come i banchieri del Rinascimento, gli attuali dirigenti delle banche abbiano compreso come l'aiuto alla salvaguardia e alla conoscenza del nostro patrimonio artistico e storico sia un loro dovere-interesse. Perché lo sviluppo economico non può andare disgiunto da quello culturale. E il semplice economicismo è spesso miope. A questo punto forse occorrerebbe però fare un ulteriore passo avanti. Senza aggravi per i bilanci, soltanto un maggior coordinamento. Un «nuovo corso» per una migliore utilizza- zione delle risorse. Iniziative, come adesso, a tutto campo: dal restauro alle collezioni permanenti, dalle mostre all'editoria. Ma inserite in un programma generale, possibilmente da concordare con gli organi tecnici del Ministero per i beni culturali. A mio parere, gli strumenti ci sono già. Esistono l'Associazione Bancaria Italiana e l'Associazione tra le Casse di Risparmio, che raggruppano le quasi totalità degli istituti di credito. Con il loro ausilio non dovrebbe essere impossibile superare l'attuale pratica: «ognuno fa da sé». La quale, stimolando la concorrenza, potrà dare i brillanti risultati che ho citato. Però resterà sempre al disotto delle possibilità e necessità e, soprattutto, della razionalità che dovrebbe presiedere a qualsiasi intervento a vantaggio della cultura artistica. [f.v.l i > r. 11 Quercino: «Trionfo di David». Dalla mostra di disegni sponsorizzata dalla Cassa di Risparmio di Bologna
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