Una Florinda sempre in cerca d'amore

Una Florinda sempre in cerca d'amore La Bolkan si confessa dopo il successo de «La trappola», il film tv interpretato con Dorelli Una Florinda sempre in cerca d'amore «Soldi e pettegolezzo? No, per carità, io non sono così!» Quando si casca in una trappola il primo pensiero è come uscirne. Se la «Trappola» è stata ordita da Lizzani invece ci si lascia andare per non guastare il personaggio, e per amore di curiosità della vita. Così è stato per FI ori rida Bolkan interprete con Johnny Dorelli del film «La trappola», andato in onda su Canale 5. La Bolkan è una donna che spaventa e attrae nello stesso tempo. Saranno le sue origini brasiliane che l'hanno modellata in doppio misto: pigra saudade contro aggressiva voglia di fare. E' sempre bello vivere signora? «Qualche volta è anche brutto». Bello se lo si fa con intelligenza vero? «L'intelligenza è importante perché la bellezza con l'età se ne va. E resta l'intelligenza, se c'è». Si sente un po' depressa? «Ma no. Solo che è giusto avere sbalzi di temperatura così uno si sente più vivo». Lei si sente diva? «No. Assolutamente no». E l'amore? «L'amore cosa?». L'amore conta più del lavoro? «Senza uno l'altro diventa sciapo. Bisogna abbinare le due cose. Io cerco di essere sempre innamorata. Senza la molla del¬ l'amore manca sempre qualcosa». E' gradevole sentir parlare Florinda Bolkan con quella cadenza brasiliana che fa terminare ogni parola in un suono di flauto. E' vero signora che non appena può ritorna in Brasile? «Credo che uno debba amare le proprie origini. Io ci torno almeno due volte l'anno». L'abbiamo vista nel film di Lizzani in un ruolo di donna milanese moderna. Si sentiva d'assomigliare un po' a quella donna? «No, proprio no. E stato un ruolo di passaggio, una moglie sulle corde milanesi mondane: soldi e pettegolezzo. Per carità io non sono così...». Non adora la mondanità? «Adoro invece la vita libera, la vita semplice. Andare a cavallo. Amo quelle belle feste dove rivedo i miei amici». Il cinema non è tutto? «Ma per carità. Amo le cose dove occorre mettere l'impegno. Volo, ad esempio, perché è solitamente un fatto per uomini. Arrivo ad odiare i di più. Considero tale anche la conversazione. Spesso è una perdita di tempo». Ha molta energia anche lei vero? «Molta. Ma sono anche pigra. Vi sono dei periodi in cui nulla mi smuove, sono un animale strano...». Che animale sarebbe? «Sarei un animale selvatico. Un felino, una tigre che attacca e si ritrae». E' figlia unica? «Siamo quattro sorelle». Di famiglia ricca? «Mio padre era un politico ma anche un artista, un poeta, scriveva dei libri. Uno dei primi a lottare per le foreste dell'Amazzonia». Dove è nata? «Nell'interno ma poi sono subito andata al mare. Il mare è la mia vita. Sono nata il 15 febbraio, quindi un Acquario...». Com'era da bambina? «Adoravo il cinema. Ero pazza per il cinema. Un po' come il ragazzo del film "Nuovo Cinema Paradiso"». E come è entrata nel cinema? Sono venuta in Italia e la prima persona che ho conosciuto è stato Luchino Visconti...». Com'era? «Un uomo eccezionale: duro e difficile». Quali sono i complimenti che «adora»? «Più dei complimenti mi gratifica il rispetto. Amo insomma essere stimata». E il sesso lo adora? «E' ovvio che il sesso conta. Normale, fa parte d'un equilibrio fisico. Anormale è una malattia». Lei ha affermato d'andare d'accordo con tutti sul set. E' sempre così? «Diceva Katharine Hepburn: sarebbe meglio lavorare da sole, comunque è meglio con gli uomini che con altre donne; anzi spesso fra donne è impossibile lavorare. Io invece sono sempre riuscita ad andare d'accordo con chiunque. Perfino con le donne». Spesso il cinema le ha imposto ruoli duri, invece dice d'essere completamente diversa... «E' così. I miei personaggi non mi assomigliano. Il mio temperamento come ho detto è morbido, con grandi intenerimenti... e qualche unghiata». Florinda Bolkan sa ridere: «Dopo l'esperienza di "Metti una sera a cena" ho capito che non sarei mai stata la Duse e così ho scelto di fare come professione l'inseguitrice di felicità». Rischia di trovarla e avere successo. Impegnata com'è a non farsi travolgere e dominare dagli impegni. Quasi vivendo alla giornata e facendosi trascinare dalle cose. «E' così». Senta signora, in amore prende l'iniziativa lei? «No. Di solito no. Ma se questo innamorato è reticente, allora lo incoraggio». Invitandolo a casa? «E perché no? So cucinare alcuni piatti brasiliani che sono il proseguimento d'un sogno». Sogna ancora? «Sogno sempre». A colori? «A colori. Guai se non sognassi. Sa che quando vado nella mia casa in Brasile in riva al mare, la maggior parte del tempo lo trascorro sognando?». Una specie di difesa contro le banalità quotidiane? «Credo. La realtà così com'è spesso mi fa inorridire. Un bel sogno la colora di buono». Qual è la sua maggiore virtù? «La tenacia. Che poi significa sapere aspettare e ottenere». Ma che cosa vuole dalla vita? «L'ho detto: inseguo la felicità». Allora sa dove la si trova... «Lo so. La felicità non dipende da quelle cose strane con le maiuscole come "Amore". Ma risiede ad esempio nell'equilibrio intenore. Posseggo la grande ambizione di inseguire questo tipo di felicità. Io voglio questo equilibrio». Nevio Boni

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