W_ arrivato il cinema per i ciechi

W_ arrivato il cinema per i ciechi E' un sistema americano chiamato AudioVision: prevede un ulteriore supporto parlato W_ arrivato il cinema per i ciechi Come sono stati trasformati i Diabolici di Clouzot Esiste anche un cinema per i ciechi. Il sistema americano detto AudioVision è fondato su un principio di lirica semplicità: se cioè un'immagine vale mille parole per chi vede, viceversa una parola vale mille immagini per chi non vede. I non vedenti sono favoriti nella comprensione di cinema, teatro e televisione attraverso l'impiego dell'elettronica. Naturalmente occorre scegliere una ridotta gamma di titoli per attrezzare una registrazione valida. Fondamentale l'intervento di un commentatore inciso su una colonna sonora separata (che in seguito sarà alternata al suono normale del video o del film). Questa voce dal tono suadente che non deve mai prevaricare l'azione originale, riassume in diretta i fatti inserendosi con scelta di tempo tra le repliche degli attori. Noi che abbiamo la fortuna di non soffrire degli handicap, non immaginiamo forse l'infinita distanza di tempo che separa una botta e risposta anche animata. Negl'intervalli il commentatore descrive movimenti, particolari e sfondi. Con l'aiuto d'una normale cuffia da conferenze il cieco si trova proiettato nel centro dello spettacolo. Sarà in grado di commentarlo al termine in compagnia dei vedenti. Il sistema AudioVision è stato ideato intorno al '75 da Gregory Frazier dell'Università di San Francisco: una serie di sequenze di film furono arricchite degl'interventi registrati costituendo un buona base di sperimentazione. Margaret Rockwell Pfanstiehl è stata nell'81 la prima a stabilire un progetto analogo utile per la prosa. Recentemente August Coppola, sempre dell'Università californiana, ha portato l'Audio Vision al di fuori dell'occasionalitè. Una prima pellicola finalmente, Tucker di Francis Coppola uscita in America nell'autunno dell'88, veniva descritta dalla prima all'ultima sequenza. Pochi mesi dopo, ne! dicembre dell'88,l'American Conservatory Theatre descriveva uno spettacolo in prosa tratto dal Canto di Natale di Dickens. E ancora, al termine dell'88, un pezzo in tv registrato in sincrono con una radio veniva presentato dalle due stazioni della Kqed (Miracle in Australia). Assistere a una programmazione di film per ciechi può significare un'indiscrezione. La particolarità della platea, con molti accompagnatori vicini alle persone care, non lascia indifferenti. Tuttavia una buona sveglia viene dalla voce del commentatore anche nei confronti di chi conosce a memoria il soggetto e non lo gusta più a fondo. Ecco la sequenza d'una corsa nel corridoio alla ricerca d'un fantasma in carne e ossa che la protagonista compie ne I diabòlici di Clouzot. Fortissima nel suo genere, ci mozza il fiato. Le parole del commentatore s'inseriscono con sapienza tra lo sgomento della donna e il pulsare d'una luce lontana. E la sequenza con James Stewart ingessato e aggredito dall'assassino in Finestra sul cortile di Hitchcock? Ha tempi assolutamente perfetti che attraverso la sottolineatura della voce esterna non cambiano affatto. A poco a poco si costituisce una cineteca per l'Audio Vision: i titoli degli Anni Quaranta saranno Casablanca per l'America e Les enfants du Paradis di Carnè per la Francia. Infine una bella notizia: al «Planète Magique» di Parigi la sala verrà attrezzata entro l'anno. Piero Perona

Luoghi citati: America, Australia, Francia, Parigi