«Rette assurde, il Comune ridia i soldi» di Maria Teresa Martinengo

«Rette assurde, il Comune ridia i soldi» Al Carlo Alberto un comitato di parenti denuncerà l'amministrazione cittadina «Rette assurde, il Comune ridia i soldi» L'assessorato: queste strutture non sono per i malati Sull'Istituto geriatrico «Carlo Alberto» di corso Casale continuano a volare i piccioni e le polemiche. Dopo la denuncia della Cisl romana presentata una decina di giorni fa alla Procura della Repubblica, relativa al trattamento riservato agli ospiti e alle precarie condizioni d'igiene in cui viene mantenuto l'istituto (nelle cui camerate continuano a spiccare il volo i piccioni, sabato ancora a tutti gli effetti conviventi con le anziane ospiti del reparto A), nei prossimi giorni sarà la volta di quella firmata da un gruppo di parenti di ricoverati nelle strutture comunali per non autosufficienti, riunitisi in luglio nell'associazione Sana (Solidarietà anziani non autosufficienti). La denuncia alla magistratura, secondo Emanuela Rampi, Enzo Francone e Giovanni Fonsato, membri della Sana, è annunciata da tempo e riguarda reati amministrativi imputabili all'assessorato all'Assistenza del Comune: nell'esposto i parenti dei ricoverati chiedono il risarcimento delle rette alberghiere versate «ingiustamente». Secondo i firmatari, infatti, la richiesta di contributo potrebbe riguardare soltanto il pagamento di un eventuale ticket ospedaliero. Un passo indietro: un anno fa alle autorità cittadine responsabili era stato segnalato (con una raccolta di 150 firme) un caso emblematico del Carlo Alberto, una situazione che si ripeterebbe in modo analogo anche nelle strutture socio-assistenziali per anziani «Crocetta» e «Poveri Vecchi», tutte ex Ipab, ora comunali. Il caso riguardava una donna dimessa da un ospedale torinese.struttura non attrezzata per malati cronici lungodegenti, tenuta a pagare la cosiddetta retta alberghiera. «Chiamata in causa era — dicono Rampi, Francone e Fonsato — la legge regionale n. 59/1985, dove si dice che le strutture socio-assistenziali, qual è appunto il Carlo Alberto, possano essere utilizzate a fini sanitari, ma che in tal caso l'onere per il ricovero compete esclusivamente al Fondo sanitario regionale». Nel medesimo mese, anche la Lista Verde Civica presentava al Consiglio regionale un'interrogazione sull'argomento. A distanza di poche settimane, l'assessorato all'Assistenza del Comune si esprimeva su questi temi. In una lettera datata 28 novembre 1988 e indirizzata ai consigli di amministrazione degli istituti per non autosufficienti, l'assessore'Giuseppe Bracco richiamava l'attenzione sul fatto che le strutture in questione non devono farsi carico di anziani non autosufficienti ammalati. Il 6 dicembre, poi, una deliberazione del consiglio comunale, stabiliva la creazione di 200 posti letto per non autosufficienti ammalati presso gli istituti «Carlo Alberto» e «Poveri Vecchi». Questi posti, a carico del Fondo regionale per la sanità, non sono stati ancora autorizzati dalla Regione. «La prima presa di posizione dell'assessorato — sostengono i rappresentanti della Sana — è assurda, in quanto la commissione di medici che vaglia le richieste di ricovero nelle strutture socio-assistenziali fa capo all'assessorato stesso. E al Carlo Alberto, un censimento della direzione medica ha stabilito che su oltre 300 ospiti uno scarso dieci per cento può dirsi "non ammalato". Tra l'altro, i fatti dimostrano come si dia spesso la precedenza proprio a chi esce dagli ospedali. I responsabili delle strutture ospedaliere fanno pressione sui parenti, facendo osservare che lasciando lì gli anziani si sottraggono posti letto agli "acuti". Una volta arrivati in autoambulanza davanti al portone dell'istituto, viene quindi richiesto al parente di sottoscrivere l'impegno a corrispondere la retta alberghiera e a costituirsi fideiussore». Che cosa ribatte l'assessorato all'Assistenza? Che gli ammalati non devono permanere nelle strutture socio-assistenziali, che al momento non sono ancora attrezzate con i posti letto deliberati. Inoltre, che la commissione che decide i ricoveri è stata fatta nominare dall'assessorato, ma è di medici che fanno capo all'Usi (che ne ha di recente confermato la composizione). Su questa base, viene chiamata in causa anche la relazione conclusiva della «Commissione parlamentare d'inchiesta sulla dignità econdizione sociale dell'anziano» di poco più di un mese fa al paragrafo 27, là dove si dice: «...l'intero costo della degenza ospedaliera grava sul contribuente, mentre nelle residenze sanitarie assistenziali la componente della spesa di natura alberghiera può essere largamente coperta dagli anziani ricoverati, con l'eventuale concorso delle famiglie». Inoltre, i responsabili dell'assistenza minimizzano dicendo che di tentativi analoghi a quello della Sana ne sono già stati fatti, ma nessuno ha avuto riscontro positivo da parte della magistratura. Maria Teresa Martinengo Un piccione, ieri, tra i letti della sezione A al Carlo Alberto