A Palermo acqua ogni 3 giorni

A Palermo acqua ogni 3 giorni Non uno dei progetti per razionalizzare le risorse idriche è giunto a termine A Palermo acqua ogni 3 giorni Da giovedì rubinetti ancora più all'asciutto PALERMO. Nell'Italia che si avvicina agli Anni 90, come già nell'800, tutti proclamano «grande impegno» per il Sud. La seconda città del Meridione, Palermo (1 milione di abitanti), però, è nella morsa della sete e nessuno interviene: si parla di calamità naturale e si reclama l'intervento della protezione civile. L'acqua dall'inverno scorso, erogata poche ore ogni due giorni da giovedì, arriverà nelle case soltanto due o tre ore ogni tre giorni. Non piove e la siccità mette in ginocchio anche l'agricoltura dell'isola: la vendemmia sta rivelandosi disastrosa con perdite del 50 per cento rispetto al 1988. Da gennaio ad ora le precipitazioni sono ridotte del 65 per cento e si aspetta il miracolo, ma molti ormai parlano di scandalo che coinvolge tutti. La gente è sfiduciata e scende in strada in qualche raro caso (sabato traffico bloccato in via Francesco Crispi e nel rione Cep). Ci si sta assuefacendo ai ritmi da terzo mondo in una città che, nonostante i primati negativi, con orgoglio il sindaco Leoluca Orlando continua a definire «europea». Non uno dei progetti per razionalizzare le risorse idriche siciliane è giunto al traguardo. Il «sistema» del Fanaco per esempio, nell'entroterra Nisseno-Agrigentino, avrebbe dovuto convogliare l'acqua in gran parte dell'isola ma non è stato mai completato. Né sono ancora in funzione i 7 grandi invasi per i quali, quattro anni fa, la Regione stanziò 3850 miliardi con l'obiettivo di consentire di utilizzarne le acque in tempi ravvicinati. Vi sono esponenti politici siciliani che ora hanno un motivo in più per arrossire di vergogna, mentre a Caltanissetta (acqua ogni cinque giorni) con tre inchieste giudiziarie si tenta di stabilire se vi siano influenze mafiose ed irregolarità di vario genere. I rappresentanti di Wwf, Greenpeace, Lipu e Lega Ambiente nel consiglio regionale per la protezione dei parchi si sono rivolti alla magistratura ed all'alto commissario per la lotta alla mafia Domenico Sica denunciando «interfe¬ renze e pressioni» all'ombra di opere pubbliche idriche per centinaia di miliardi sui monti delle Madonie. La Regione ha un bilancio annuale di 20 mila miliardi (quello triennale ha superato nel 1989-1991 i 57 mila miliardi), eppure il governo siciliano, quando va bene, riesce a spendere meno del 40 per cento delle sue risorse; per il resto il governo regionale impegna le somme per decretazioni a volte impossibili. Nel caso dell'acqua da anni fioccano le proposte per l'impianto di desalatori di acqua marina nella consapevolezza che è assurdo che, circondata da tanta acqua, la Sicilia patisca la sete. A Palermo ne basterebbero due da 1000 litri di acqua al secondo, spesa complessiva inferiore a 300 miliardi. E raddoppiando con i desalatori l'attuale dotazione cesserebbero i turni. Con finanziamenti statali e regionali e mutui bancari a tasso agevolato anche tramite la Cee, il Comune avrebbe potuto da gran tempo avviare il «piano desalatori». Soltanto ora, insediatosi tre mesi fa, il presidente dell'Acquedotto Municipale Vincenzo Liguori, comunista, ha rispolverato saggiamente la proposta come la più realistica e ragionevole. Per Liguori è anche importante ed urgente razionalizzare l'uso dei pozzi (molti privati ne dispongono a piacimento e vendono l'acqua anche a 50 lire il litro) e far sorvegliare le condutture dalle forze di polizia per impedire i furti d'acqua dalle varie prese. «Tutti sapevano e nessuno si preoccupava» dice il professor Liguori. Oltretutto c'è molta approssimazione. Vincenzo Augugliaro, sindaco de di Trapani, ha ammesso di ignorare che pochi giorni fa la Regione ha appaltato i lavori per un impianto di desalazione dell'acqua marina che costerà 100 miliardi e che fra due anni permetterà ai trapanesi di non bere più acqua minerale come fanno dal 1974 perché la poca distribuita dal Comune non è potabile. Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Domenico Sica, Leoluca Orlando, Liguori, Vincenzo Augugliaro, Vincenzo Liguori

Luoghi citati: Caltanissetta, Italia, Palermo, Sicilia