Ina, un ente troppo dinamico? Non per le vittime della strada di Giuseppe Alberti

Ina, un ente troppo dinamico? Non per le vittime della strada Perplessità dopo le rapide decisioni sull'Inps e il prestito alla Bnl Ina, un ente troppo dinamico? Non per le vittime della strada L'Ina, pur essendo una compagnia di Stato, è un ente dinamico, per lo meno da quando è iniziata la presidenza Longo. Ha smosso, ad esempio, il quasi morto mercato delle polizze sulla vita e capitalizzazione, proponendo rivalutazioni e rendimenti migliori, «tirando la volata» delle altre compagnie: oggi, in vista del mercato comunitario, si sta muovendo attivamente negli accordi internazionali di cooperazione. Però qualcuno si domanda se le decisioni non siano perfino troppo rapide: l'idea dello sposalizio con un ente in perenne crisi e di struttura burocratica inefficiente come l'Inps già aveva lasciato perplessi. Oggi si aggiunge la rapidissima deliberazione di concedere un prestito di mille 200 miliardi di lire alla Bnl, cui seguiranno probabilmente aumenti di capitale per 800 miliardi, di cui una parte sottoscritta dall'Inps. Sugli 11 mila miliardi che costituivano le riserve e le «risorse finanziarie» complessive dell'Ina a fine '88, se il ministero e l'Isvap approveranno l'operazione, quasi un quinto andrebbe investito nell'operazone Banca Nazionale del Lavoro. Di solito decisioni ed approvazioni circa gli investimenti delle assicurazioni, costrette dalle autorità di controllo a scegliere solo forme oculate (immobili, titoli di Stato, obbligazioni), richiedono tempi molto lunghi. Nel caso della Bnl non si è neppure atteso che il Consiglio di amministrazione della Bnl si pronunciasse sulla valutazione patrimoniale della stessa, cioè che disponesse una nuova perizia. Comunque, i cittadini italiani si augurano che l'Ina porti il suo efficiente dinamismo ed impieghi altrettanta celerità di decisione quando si tratta di risarcire come «Fondo per le vit¬ time della strada». Ciò vale sia per quanto concerne le società fallite (quest'estate il problema è ritornato di attualità con la liquidazione coatta della Sanremo il cui stato di decozione era noto da anni a tutti meno che al ministero) sia per i «pirati della strada». Le compagnie delegate che sono costrette a trattare con legali dei feriti e gli eredi dei defunti, non hanno autonomia se non per cifre ridicole e sono costrette a dilazionare per mesi e mesi, se non per anni, in attesa dell'autorizzazione del «Fondo», cioè dell'Ina. Una legge dello Stato, per quanto poco rispettata, impone alle compagnie private di formulare offerte e pagare entro certe date precise: qualche volta ari ivano salate multe che, ironia della legge, vanno a favore del «Fondo» il quale a sua volta agisce con tanta lentezza. Giuseppe Alberti

Persone citate: Longo

Luoghi citati: Sanremo