Frode via telefax da cinque miliardi
Frode via telefax da cinque miliardi Solo una parte del traffico veniva denunciata: sospetti anche su alcune società italiane Frode via telefax da cinque miliardi Sotto accusa i vertici delle Comunicazioni di San Marino SAN MARINO. Telex muti l'altro ieri da e per San Marino. Per alcune ore la Repubblica del Titano è stata tagliata fuori dal circuito internazionale delle comunicazioni non in voce. Cos'è successo? La magistratura aveva posto i sigilli alla SST, una società anonima privata che per conto dello Stato gestisce il servizio telex di San Marino. I sigilli, messi nell'ambito di un'indagine su una presunta frode della SST, sollecitata dal governo, sono rimasti fino all'altra sera. Tolti i sigilli, il Titano è tornato a comunicare col mondo. Per i tre consiglieri delegati della società è stato firmato il mandato d'arresto. Sono finiti nel carcere della piccola Repubblica il legale rappresentante della SST, Riccardo Vannucci, proprietario anche del Grand Hotel di San Marino, e Giovanni Rizzo. Il terzo consigliere delegato, Maurizio Rizzo, l'altro ieri non era a San Marino. Gira in libertà a Roma. Il governo del Titano, un esecutivo di compromesso storico succeduto nell'estate dell'86 ad un'alleanza delle forze di sinistra travolte da una sequela di scandali, ha disposto ieri la sospensione della convenzione che delega la SST a gestire il servizio telex. D'ora in poi provvedere lo Stato direttamente. Intanto, voci di corridoio (l'inchiesta giudiziaria è coperta dal segreto istruttorio) lasciano capire che il magistrato non avrebbe fatto un'incursione a vuoto negli uffici della SST: avrebbe, infatti, scoperto una sorta di doppia contabilità nei dischetti magnetici del computer della società. In pratica, la SST, stando sempre a queste voci, denunciava solo una parte dei minuti di traffico internazionale telex che operava ed opera, frodando così lo Stato sanmarinese e anche quello italiano che, in materia di telecomunicazioni, contrae debito verso i Paesi terzi per conto del Titano. Per San Marino la frode ammonterebbe a cinque miliardi. Il caso è chiuso? Sembra proprio di no. Primo, perché la SST agiva per conto dello Stato dal 1982 nella più totale assenza di controlli. Secondo, perché la SST, stando anche ai propri obiettivi societari, si poneva l'obiettivo di giocare a tutto campo nell'ampio terreno della comunicazione elettronica, del trattamento e trasmissione dati e più in generale nell'area dei più avanzati sistemi di telecomunicazione. La SST, giocando sui differenziali fiscali che la caratterizzano e sull'assenza di controlli, nascondeva gruppi finanziari che vogliono fare di San Marino, e dei suoi canali via satellite, un centro internazionale di commutazione, tra¬ smissione e transito di servizi di telecomunicazione? In breve: sulla manipolazione dell'etere si è realizzato a San Marino un nuovo intreccio politicaaffari? Il segretario agli Esteri Gabriele Gatti, democratico cristiano, mette le mani avanti e spiega che la connivenza politica-affari stavolta non c'entra: «E' stato il governo a mobilitare la magistratura. E' la prova del nostro rigore e del nostro impegno a vigilare. In un settore come quello delle telecomunicazioni il rapporto con l'Italia e con le sue società resta fondamentale. Confermo in ogni caso che la nostra azione non è stata sollecitata dal governo italiano». Il che equivale a dire che d'ora in poi il servizio telex ed altro passerà nelle mani dello Stato sanmarinese per garantire Roma. Silvano Cardellini
Persone citate: Gabriele Gatti, Giovanni Rizzo, Maurizio Rizzo, Riccardo Vannucci, Silvano Cardellini
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