«Ecco la legge che abolirà la censura» di Enrico Singer

«Ecco la legge che abolirà la censura» UNIONE SOVIETICA La glasnost avrà presto una codificazione: i media non saranno più soltanto uno strumento di propaganda «Ecco la legge che abolirà la censura» Una rivista anticipa i punti chiave delle nuove norme sulla stampa MOSCA DAL NOSTRO INVIATO «I giornali e tutti gli altri mezzi di comunicazione sono liberi, la censura non è ammessa. Non è un sogno. E' il primo articolo della nuova legge sulla stampa». Cosi, sull'ultimo numero della Literaturnaja Gazeta, Lidia Gnfova, che è una delle giornaliste di punta del settimanale, ha anticipato uno dei progetti legislativi più rivoluzionari che tre commissioni parlamentari hanno appena finito di elaborare. E se non è un «sogno», è certo una rottura clamorosa con una logica, e con una pratica, che per decenni in Urss ha considerato i mass-media soltanto come strumenti di propaganda politica. La rottura, in realtà, c'era già stata nei fatti con l'esplosione della glasnost ' gorbacioviana. In nome della «trasparenza», da quattro anni a questa parte, il panorama della stampa e della televisione sovietica è cambiato al punto da essere irriconoscibile. C'è stata una fioritura di pubblicazioni indipendenti di ogni tipo, compresi i bollettini regolari dei diversi «Fronti popolari» che, un tempo, sarebbero stati considerati stampa clandestina. Ed è cambiata anche la «grande stampa», quella che continua ad essere organo del pcus, dei sindacati o dell'esercito, che riflette ormai un mosaico di posizioni. Anzi, la cronaca delle ultime settimane è stata piena di episodi senza precedenti: il caso Eltsin-Pravda-Repubblica, con le prime scuse pubbliche mai chieste dal giornale del Comitato centrale del partito comunista per avere diffamato un uomo politico e con le manifestazioni di protesta nella piazza Puskin dove sono state bruciate centinaia di copie del quotidiano. La Pravda bruciata in piazza sotto gli occhi, increduli ma impassibili, degli uomini della Milizia: una scena inimmaginabile prima dell'ingresso di Michail Gorbaciov al Cremlino. Ma tutti questi sconvolgimenti sono avvenuti al di fuori di una regolamentazione giuridica. Sono stati, e continuano ad essere, dei «segnali più che delle prove di libertà», come non si stancano di ripetere gli esponenti radicali del rinnovamento. Ed è vero, per la semplice ragione che in Urss non è mai esistita una legge sulla stampa. Può sembrare strano, ma il lungo silenzio imposto alla libera espressione si è retto prima sul terrore e poi, quando i dissidenti hanno cominciato a far circolare i loro samizdats (le «autopubblicazioni»), è stato mantenuto a colpi di condanne per «propaganda anti-sovietica» o per «false informazioni che diffamano lo Stato» in base agli articoli 70 e 190 del codice pena¬ le. E sui giornali ha vegliato — e formalmente veglia tuttora — l'ufficio per la censura diretto da Vladimir Boldyrev. Ecco perché la legge che sta per passare all'esame del Soviet supremo è «rivoluzionaria». E' un passo verso quello «Stato di diritto» promesso da Gorbaciov dove le conquiste ancora spontanee e confuse della glasnost e della perestrojka dovranno trovare la loro «certezza» su basi codificate. Il testo del progetto legislativo non è stato ancora reso noto ufficialmente, ma nelle redazioni dei giornali sovietici le anticipazioni cominciano a filtrare abbondanti, tanto che si può tratteggiare l'ossatura della legge. Primo punto è l'affermazione della totale libertà dei massmedia e l'abolizione della censura. Il secondo è la possibilità offerta a tutti — compresi i singoli cittadini — di fondare un mezzo di comunicazione senza dover richiedere «autorizzazioni», ma con un semplice atto di «registrazione». Il terzo punto fondamentale è quello che sta¬ bilisce il «diritto all'informazione» e che, quindi, introduce l'obbligo per qualsiasi autorità pubblica di fornire le notizie richieste a meno che non siano coperte da particolari vincoli di segreto di Stato. Ma a questi tre principi segue una vera cascata di disposizioni che vanno dal diritto dei giornalisti di rifiutare di scrivere articoli che contrastino con le loro convinzioni, a quello degli eventuali diffamati di ottenere rettifiche. Ci sono, naturalmente, dei vincoli. E' vietata la propaganda all'odio razziale o all'intolleranza religiosa. Ma anche nel campo delle limitazioni il progetto ha fatto un passo avanti rispetto a quello che le commissioni avevano già cominciato a preparare nella scorsa primavera. La nuova legge vieta «l'incitamento a rovesciare con la violenza il sistema sociale costituito», mentre il vecchio disegno vietava ai media di «tentare di rovesciare il sistema sociale esistente in Urss». Enrico Singer

Persone citate: Eltsin, Gorbaciov, Lidia Gnfova, Michail Gorbaciov, Vladimir Boldyrev

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss