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Il miracolo Minardi Il miracolo Minardi Martini alle spalle del poker d'assi ESTORIL DAL NOSTRO INVIATO La seconda fila è rimasta un sogno, ma la Minardi è una bella realta. Un piccolo team giovane che porta la vettura di Martini al quinto posto e un pilota come Sala in nona posizione, pur spinti entrambi da gomme molto valide, davanti a mostri sacri come Williams, Brabham, March, Lotus, Tyrrell. Giancarlo Minardi ieri aveva gli occhi lucidi e quando ha visto arrivare ai box Pierluigi Martini, detto «il fagianetto» per la chioma arruffata e il passo saltellante che lo. fa sembrare al volatile, lo ha abbracciato stretto stretto. E' il miglior risultato in qualificazione della storia per la scuderia romagnola, e indica buone prospettive per la gara di oggi e per il futuro. Anche se Martini, tradito un po' dall'entusiasmo, ieri è anche finito in testa-coda nel suo giro più veloce, per superare Modena che lo precedeva. «Per noi — ha detto Giancarlo Minardi, 43 anni, di Ravenna, titolare della squadra — questo piazzamento' è una manna. Lottiamo con un budget limitato. Abbiamo raccolto nove miliardi quest'anno, ma sono pochi con 600 persone che lavorano. Speriamo che questi risultati facciano capire che si può puntare anche su di noi». Minardi si augura di portare in Formula 1 la casa giapponese Subaru, che ha fatto progettare alla Motori Moderni di Chiti un 12 cilindri boxer e ora ha dato il via ad un altro propulsore a V stretta, più adatto alle monoposto. «Il problema — afferma il costruttore — è quello di coinvolgere una grande casa automobilistica. Se non si ha una marca alle spalle, che possa organizzare la ricerca e sostenere certe spese, non si può emergere. Eppure noi abbiamo delle buone idee, tanta volontà e determinazione». Intanto oggi con una vettura progettata in modo quasi autarchico, con uno staff tecnico limitato, con un Vecchio motore Cosworth ben preparato, la Minardi parte appena dietro alle grandi McLaren e Ferrari. E con qualche speranziella, anche se già un podio sarebbe accolto come una vittoria. [c. eh.]