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«Non ci sono solo ricchi» BASKET U tecnico Sales ammonisce sui rischi della nuova stagione «Non ci sono solo ricchi» E teme un ghetto per i club poveri Il basket che muove 100 miliardi e festeggia l'ingresso dei grandi della finanza e l'arrivo degli assi strappati al campionato professionistico americano, non riesce a nascondere i rischi di una profonda spaccatura al suo interno e, ad onta delle nuove stelle, quelli di un calo del tasso spettacolare del gioco. Riccardo Sales, allenatore della Benetton Treviso aspirante al titolo, mette in guardia sui pericoli di una crescita poco armonica: «Non è certo che il coirivolgimento di forti gruppi imprenditoriali riguardi in futuro tutte le società. Ci si potrebbe trovare di fronte a due distinti fenomeni: le società ricche e potenti da una parte, le più deboli e povere dall'altra». Un altro limite è rappresentato dal gioco sporco, che fa da freno alla conquista di nuove fette di audience televisiva e di ulteriori presenze nei palazzetti. Così Sales: «Temo che non cambierà molto rispetto all'anno scorso, all'inizio saremo tutti ligi al regolamento e alle promesse di buon comportamento, ma dopo qualche giornata torneremo a vedere spintoni e botte, a meno che gli arbitri si decidano a reprimere finalmente il gioco troppo fisico». I nuovi talenti si contano sulle dita di una mano: anche questo è colpa del movimento malato di gigantismo? «Certamente — risponde Sales — le esigenze di spettacolo ci portano ad inseguire le grandi soubrettes. Nessuno può rischiare facendo crescere poco per volta i giovani più promettenti». Vedremo almeno una bella lotta al vertice? «Su questo non ci sono dubbi — dice l'allenatore della Benetton —: credo che ci siano almeno dieci squadre in grado di puntare allo scudetto: alle otto sorelle (Philips, Scavolini, Il Messaggero, Phonola, Knorr, Benetton, Enimont e Vismara) aggiungerei Viola Reggio Calabria e Paini Napoli. Inoltre non escluderei sorprese dalle squadre di A2, soprattutto se a vincere questo torneo saranno Ipifim e Glaxo». Renato Botto