Muller vince il suo match con Torino di Gian Paolo Ormezzano

Muller vince il suo match con Torino Dopo il divorzio da Jussara, il brasiliano vive con il fratello nel quartiere «in» della città Muller vince il suo match con Torino Dolcevita, storia vecchia TORINO. Ieri mattina dopo l'allenamento Muller, anziché salire sul torpedone del Torino, è salito sulla sua auto, che è una bellissima Mercedes scura, ed è andato di corsa a casa, a prendere qualcosa che aveva dimenticato: «Non il passaporto — ha detto ridendo il presidente Borsano —, perché quello ce l'ho io sotto chiave». Intorno, la gente granata del Filadelfia faceva molta attenzione ai movimenti della sua pantera nera. E chissà cosa succederà quando, sotto Natale, Muller andrà in Brasile. Ma a un brasiliano di Torino ha detto che il viaggio non è ancora deciso. Una volta al giorno, esclusa la domenica e il lunedì, e due volte il mercoledì ed il giovedì, Muller ha contatti con il popolo granata, uscendo dallo spogliatoio. Esce quasi sempre fra gli ultimi, questione di asciugacapelli. Posa per qualche foto, ammolla qualche autografo, poi va via. Ultimamente col fratello, che si chiama Luca Rudynei e qualcos'altro e che gli assomiglia abbastanza. La gente gli chiede dove va, e gli grida di non andare in discoteca. Una piccola inchiesta sulla vita torinese di Muller è a questo punto doverosa, specie in questi giorni di fervido tifo granata. Premessa: Muller va via con il fratello, che ha due anni meno di lui (i due sono penultimo e ultimo di una famiglia di sette pargoli) e che talora partecipa agli allenamenti, in attesa di un ingaggino che dovrebbe arrivargli da un club di Moncalieri. Per la gente granata è importante che ci sia il fratello e che non ci sia più la moglie. La bionda Jussara era bella a vedersi, con i suoi sorrisi e le sue minigonne, ma pare che, lasciando il marito, tornandosene in Brasile con il figlioletto, se non altro lei abbia dato alla pantera un po' di serenità. Ovviamente si mormora di legioni di femmine torinesi stregate dall'abbronzatura di Muller e dalla sua disponibilità. La società dice che tutto è sotto controllo, Borsano si proclama tranquillo, l'allenatore Fascetti anche, la gente granata dice che adesso al massimo Muller fa quelle cose giuste che uno della sua età, e con in tasca poi i suoi soldi, deve fare. Abbiamo interpellato al Filadelfia tante persone, non una ci ha offerto una critica a Muller per il comportamento attuale. Dice però Baruffaldi, capo dell'ufficio stampa granata: «I tifosi sono strani, ci telefonano furibondi dicendo che hanno visto il tale giocatore in discoteca, ed è la stessa discoteca in cui si sono fatti fotografare con lui, magari pregandolo di prendere un bicchierino al loro tavolo». Muller è in testa alla lista delle segnalazioni telefoniche: ma non vuol dire molto, due anni fa c'era Crippa, che in campo era l'impegno fatto carne. Muller e il fratello vivono in un appartamento in via Torricelli, zona Crocetta, abbandonato l'appartamento collinare dove Jussara produceva nostalgia del Brasile. Una donna arriva ogni tanto per le pulizie. Ultimamente si è data anche alla cucina, e qualche volta prepara il pranzo ai due. «Piatti unici, sono quelli che noi preferiamo: pastasciutta e bistecca ci vanno bene, ma pastasciutta con bistecca insieme ci va benissimo», dice Muller. Nessuna nostalgia troppo spinta per i cibi brasiliani: «Comunque la sera, al ristorante, riusciamo ogni tanto a farci fare i fagioli alla nostra maniera». I due non hanno videoregistratore, vedono senza capirci molto tanti film alla televisione ed anche nei locali del centro, ascoltano musica. «Il mattino — dice Lucas — cerchiamo di dormire il più possibile, se non c'è allenamento, così la giornata è già bene riempita». Noia? «Non più, Torino comincia a piacerci, è bella, pulita, almeno nel centro dove passeggiamo». Noie? «No, nell'insieme la gente ci lascia tranquilli». Il fratello celebre annuisce sempre, quando parla quello che lui chiama «il piccolo». La spesa telefonica per il Brasile è bassa, nonostante il bambino lontano. Quella per le amicizie torinesi non incide, per uno che guadagna sul mezzo miliardino l'anno. C'è un agente di polizia che ha la moglie brasiliana, è lui uno degli amici massimi. «Abbiamo qui pochi amici del nostro paese, e pochi anche di Torino», dice Lucas. E la corte dell'anno scorso? Erano soprattutto conoscenze di Jussara, precisano i tifosi. Per finire: nessun problema di razzismo, a Torino, per i due, anche se non sempre vengono riconosciuti. Qualche «vu cumpra'», quando li vede scendere dalla Mercedes, li avvicina e sollecita acquisti per solidarietà di pelle. «Compriamo, compriamo», dice la pantera, che non ha problemi di denaro, e non solo perché ne guadagna tanto, ma perché davvero mette beatamente le 100 lire e i 100 milioni sullo stesso piano. Gian Paolo Ormezzano Vinta la saudade. Dopo la separazione da Jussara, al brasiliano Muller cominciano a piacere la città e la vita di Torino