Thotcher: «Caro Gorbaciov, sono con te» di Enrico Singer

Thotcher: «Caro Gorbaciov, sono con te» UNIONE SOVIETICA Il premier britannico a Mosca esalta la politica di riforme avviata dal leader sovietico Thotcher: «Caro Gorbaciov, sono con te» // Cremlino ammette: siamo indebitati con i nostri alleati MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Un appoggio così franco e caloroso alla perestrojka da parte di Margaret Thatcher, forse, non se lo aspettava nemmeno Michail Gorbaciov. Ma il premier inglése, ieri in visita-lampo a Mosca, non ha risparmiato gli elogi per la strategia politica del capo del Cremlino — «che è in piena forma» — e gli auguri perché adesso riesca anche la sua strategia economica. Per la signora Thatcher il rinnovamento avviato in Urss è «un'idea audace, coraggiosa e di grande prospettiva» e, soprattutto, «è una missione storica che merita un sostegno deciso». Se il vertice anglo-sovietico è stato tutto racchiuso in un colloquio di due ore e mezzo e di un pranzo, almeno è stato un vertice senza stonature. Nella conferenza stampa che ha concluso la sua breve permanenza a Mosca (sulla via del ritorno a Londra dal viaggio in Giappone), Margaret Thatcher ha anche evitato di prendere posizione su quei temi che potevano far riemergere delle dissonanze. Non ha risposto a chi le chiedeva se l'Inghilterra accetterà di partecipare alla Conferenza sui diritti dell'uomo che l'Urss vuole organizzare nel 1991. Non ha voluto esprimere giudizi sul problema delle nazionalità che infiamma molte Repubbliche sovietiche («Cambiamenti politici così importanti sollevano sempre difficoltà») e ha, anche, relegato a «discussioni al livello di ministeri degli Esteri» il problema sorto nel maggio scorso con l'espulsione incrociata di undici tra diplomatici e giornalisti. Per i sovietici che, nell'ultimo anno, avevano seguito con preoccupazione l'aumento della «prudenza» inglese nei confronti dell'esperienza Gorbaciov, l'atteggiamento della Thatcher è stato una buona sorpresa. Anche nel delicato campo delle trattative sul disarmo, nel quale il premier inglese non si è certo discostato dalla linea concordata in sede Nato, ma ha espresso «grandi speranze» di progressi sia nelle trattative sul nucleare che sugli armamenti convenzionali. Anche dal capitolo militare, però, la Thatcher ha preferito trarre delle considerazioni sulla perestrojka: «Le vecchie idee hanno prodotto un'Urss potente soltanto militarmente e hanno frenato i processi di sviluppo economico; adesso invece le prospettive di prosperità sono più forti». Il messaggio della Thatcher, in sostanza, è questo: grande apprezzamento per le riforme politiche di Gorbaciov e grande attesa per quelle economiche. E sono proprio le riforme economiche il problema che sta per essere affrontato da una sessione — che si annuncia decisiva — del Soviet Supremo. Il Parlamento uscito dalle elezioni del marzo scorso riprenderà i suoi lavori domani e, al primo punto dell'ordine del giorno, ha la discussione del bilancio dello Stato per il prossimo anno. Un bilancio che, dai 120 miliardi di rubli di deficit dell'88 (qualcosa come 240 mila miliardi di lire), dovrebbe passare a un deficit dimezzato. Un'operazione che si annuncia dolorosa ma che è considerata da Gorbaciov la «condizione inevitabile» perché la perestrojka avanzi finalmente anche sul terreno economico. E' stato lo stesso Gorbaciov a denunciare, venerdì sera in un colloquio con il segretario del partito comunista francese, Georges Marchais, i «ritardi» della perestrojka ed anche gli «errori» fin qui compiuti. Ed è stato il vice primo ministro, Leonid Abalkin, accademico e «astro rìascente» tra gli economisti sovietici, ad anticipare ieri in un'intervista al giornale governativo «Isvestia» i puntichiave della manovra che il governo sottoporrà al Soviet Supremo. Nuove leggi sulla tassazione delle imprese, lotta decisa all'inflazione e alla scarsa produttività (oggi per ogni rublo in circolazione ci sono soltanto diciotto centesimi di merci a disposizione) e nuova politica dei prezzi. L'accelerazione della perestrojka in campo economico, insomma, dovrebbe riservare grosse novità. E il governo guidato dal «tecnico» Nikolai Rijkov, per preparare il terreno alle misure di austerità, ieri ha anche annunciato che l'Unione Sovietica è debitore nei confronti di tutti i Paesi dell'Europa dell'Est. E' la prima volta che viene precisato il debito estero sovietico e i dati sono significativi: il totale ammonta a 33,6 miliardi di rubli (70 mila miliardi di lire) e il Paese creditore numero uno è la Cecoslovacchia, seguito dalla Repubblica democratica tedesca e dall'Ungheria. Questa debolezza all'interno dello stesso Comecon (il mercato comune del blocco socialista) è un altro elemento di preoccupazione. E dovrebbe essere un'altra spinta perché il Paese accetti quelle «misure anche impopolari» che Gorbaciov ha annunciato dieci giorni fa e che, adesso, stanno per essere adottate. Enrico Singer