«Questa Finanziaria non punisce i più deboli» di Gian Carlo Fossi

«Questa Finanziaria non punisce i più deboli» Intervista con il leader della Uil: forse è la prima volta che lo Stato prende i soldi a chi dispone di redditi maggiori «Questa Finanziaria non punisce i più deboli» Benvenuto: il governo Andreotti ha corretto gli errori di De Mita ROMA. «Il governo non ha scoperto ancora tutte le carte, ma mi sembra che ci sia una notevole correzione di rotta rispetto a quello precedente». Questo il giudizio di Giorgio Benvenuto, leader della Uil, sulla manovra economica che sarà varata venerdì dal Consiglio dei ministri. Aggiunge subito: «Lo scioperò del 10 maggio, che dette gli otto giorni a De Mita, è stato utile perché adesso le proteste e le proposte di allora non sono state lasciate cadere», il suo giudizio, dunque, può ritenersi sostanzialmente positivo? Sono prudente, perché molti aspetti debbono ancora essere chiariti. Indubbiamente, però, ci sono, nella manovra del governo, elementi favorevoli. Ad esempio, è la prima volta che si ha una legge finanziaria che non penalizza i pensionati, gli handicappati, le fasce più deboli della popolazione, che non aggiunge nuovi ticketo aumenti a quelli esistenti sui farmaci e la diagnostica. E, poi, c'è grande attenzione per il fisco, le pensioni e la sanità. Si prospettano cose nuove, anche se non tutte rappresentano una vera e propria svolta rispetto al passato. Abbiamo, invece, preoccupazioni notevoli sul versante degli investimenti. Per quanto riguarda il fisco, però, il governo non ha accolto tutte le richieste formulate dal sindacato: per esempio, la tassazione ai fini dell'Irpef delle rendite finanziarie e dei capital gains... E' vero, ma è indubbio che quanto ha detto Andreotti («Per gH evasori ci sarà una stangata») trova conferma nelle prime mosse del governo. C'è la volontà di impedire al sistema delle imprese di rosicchiare sul terreno dell'elusione. Si è ben determinati a prendere i soldi là dove vanno presi. Inoltre, non è certo da sottovalutare la semplificazione nel campo delle dichiarazioni dei redditi, che avrà un effetto straordinario. Oltre 18 milioni di contribuenti non saranno più inutilmente perseguitati dai modelli 740 o 101 e gli uffici non verranno più alluvionati da una valanga di denunce destinate in partenza a non essere mai verificate. Si elimina uno dei maggiori contenziosi, l'amministrazione finanziaria può mettersi in moto per dare la caccia agli evasori. Ed ancora, è importante l'autonomia impositiva attribuita agli enti locali, anche perché li responsabilizza in una battaglia che non può più essere differita nel tempo: non si tratta di varare nuove tasse, ma di procedere ad un efficace riordinamento di quelle esistenti, ad esempio per la casa. Nel complesso, dunque, siamo sulla buona strada. Sarebbe un errore non riconoscerlo. Ci auguriamo solo che all'ultimo momento non ci siano mosse sbagliate. Quali altri aspetti dei provvedimenti governativi trovano il consenso del sindacato? Il fatto, ad esempio, che il governo abbia respinto la richiesta della Confindustria di togliere o limitare l'indicizzazione delle pensioni e che non si procederà nella previdenza a colpi di provvedimenti-stralcio, a cominciare dalla modifica del periodo di calcolo della pensione. C'è poi la volontà dichiarata di affrontare il nodo delle pensioni d'annata, non sulla base delle nostre proposte, ma comunque con l'intenzione di realizzare una rivalutazione. Ma, al di là delle singole misure, ci si è convinti che non si può peggiorare il sistema vigente. In caso contrario, del resto, il governo si troverebbe di fronte al muro del sindacato. La Uil si opporrebbe in ogni modo. Anche nella sanità, ci troviamo di fronte a proposte interessanti. Quali invece i punti negativi? Il taglio alla cassa integrazione guadagni, il mancato aumento dell'indennità di disoccupazione, un quadrò poco chiaro per gli investimenti. Chiediamo che su quattro o cinque progetti siano decisi stanziamenti sufficienti; con nuove procedure di spesa e una autorità competente a farlo, senza ritardi. E' mai possibile che in Italia si costruiscano carceri, aule di tribunali e stadi, nia non si riesca a portare l'acqua in grandi città, come Palermo e Agrigento, né si riesca ad edificare scuole, ospedali, case? Su questo vorremmo che il governo si impegnasse seriamente. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Andreotti, De Mita, Giorgio Benvenuto

Luoghi citati: Agrigento, Italia, Palermo, Roma