E Marassi riapre i battenti
E Marassi riapre i battenti Il sindaco firma E Marassi riapre i battenti GENOVA. La firma del sindaco Camp ari è arrivata alle 16, dopo che nel pomeriggio la Commissione di Vigilanza aveva compiuto un ennesimo sopralluogo allo stadio. E, tutto sommato, anche il pretore Sansa era d'accordo. La Sampdoria, così, potrà regolarmente giocare domani la partita di campionato con l'Atalanta e mercoledì quella di Coppa delle Coppe contro il Brami Bergen. Unico provvedimento del primo cittadino di Genova è stato quello di chiudere le ultime nove file del settore denominato «distinti». Un taglio di 1908 posti in uno stadio dalla capienza di circa 28 mila unità. Alle 11, puntualissimo, Campari si era presentato a Palazzo di Giustizia in compagnia del suo avvocato, per essere ascoltato dal pretore Sansa. Ma, tra sindaco e magistrato, non c'è stato alcun duello all'«Ok Corrai», come qualcuno aveva pronosticato. «E' stato un colloquio molto cordiale — ha anzi riferito il primo cittadino —. Il dott. Sansa è stato comprensivo; ha capito la situazione». E così, dopo aver ascoltato i tecnici del Comune, il sindaco ha fatto il grande passo. Un gesto coraggioso che sblocca una situazione di stallo, ma l'odissea dello stadio mundial non è certo finita qui. La settimana prossima, tanto per gradire, è in calendario Genoa-Sampdoria e un impianto da soli 26 mila posti crea gravi problemi di ordine pubblico. Il vicesindaco, il socialista Morchio (tifoso genoano), in un eccesso di ottimismo ha dichiarato che lo stadio sarà ultimato per quella data. «E' però escluso — ha aggiunto — che la capienza possa essere subito quella definitiva di 44 mila spettatori; è pensabile, comunque, che lo stadio potrà ospitarne 34-35 mila». Sorgono, però, numerosi dubbi più che legittimi. Saranno, per esempio, da collaudare le 17 telecamere a circuito chiuso che diventano obbligatorie quando la capienza supera le 30 mila unità. E inutilizzabili chissà sino a quando saranno i parterre, perché i cristalli di divisione, ordinati da mesi, non ci sono ancora. (g. a.].
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