«Troppo bravi via da scuola»

«Troppo bravi, via da scuola» Scoperti altri casi dopo la.denuncia per i bambini «geni» rifiutati a Sassuolo «Troppo bravi, via da scuola» Le madri fanno da maestre MODENA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Adesso pensa addirittura a una associazione genitori cori figligeni. Paola Guidelli, infermiera di Sassuolo, il ricco hinterland delle ceramiche in provincia di Modena, sembra intenzionata a lanciare una campagna nazionale. I suoi due bambini, Fabrizio di 6 anni e Flavio di 7, non riescono ad andare a scuola perché... troppo bravi. Un paradosso, forse, che la realtà per ora conferma. E così, dopo che ieri il caso è stato raccontato nella trasmissione «Unomattinà», la donna ha ricevuto subito due telefonate. Una della signora Lucia Castegnaro, di Crescentino (Vercelli) e un'altra di una reggiana. Anche loro con figli «prodigio». La storia di Fabrizio e Flavio è venuta alla ribalta con l'inizio dell'anno scolastico. «Quando le maestre hanno esaminato i miei figli per gli esami di ammissione -— racconta Paola Guidelli — non hanno trovato nulla da eccepire sulla loro preparazione. Anzi, si sono complimentate per i risultati. Il fatto è che da quando erano piccoli ho insegnato loro alcune cose e per questo sono più preparati di altri. Ma per carità: non ho mai pensato a dei super-bambini, sarebbe un complesso per loro e per i loro amici. Le maestre, però, hanno eccepito articoli di legge in base ai quali non è possibile iscrivere i bambini ad una classe superiore a quella loro permessa in base all'età. Allora cosa devo fare? Le stesse maestre mi sconsigliano di far frequentare ai bambini la classe della loro età, ma dall'altra non mi si offrono alternative». Paola Guidelli è una ex dipendente dell'Usi di Sassuolo. I suoi due figli studiano con profitto l'inglese, capiscono il teorema di Pitagora e fanno le radici quadrate. Insomma, sono molto più avanti dei coetanei, tanto che quando è giunta l'ora di iscriverli a scuola, sono nati i primi problemi. Per comprendere la vicenda bisogna fare un passo indietro. Fabrizio e Fabio soffrono dalla nascita di strabismo e miopia. I medici consigliano di tenerli attentamente in cura. La madre, che è infermiera, lascia il lavoro all'Usi e si mette a loro disposizione. La vista migliora, ma i due piccoli non frequentano la scuola materna. Tra una visita medica e l'altra, la mamma provvede anche a insegnare loro a leggere e scrivere. Il «caso» scoppia Io scorso anno quando Flavio, compiliti 6 anni, dev'essere iscritto alla prima elementare. Il fratellino Fabrizio, di un anno più piccolo, protesta. «Come — dice — ho studiato con lui e ne so quanto lui, perché devo restare a casa?». I responsabili scolastici, dopo aver rifiutato il pre-inserimento di Fabrizio alla classe di Flavio, suggeriscono di tenerli a casa e lasciare che sia la mamma a fare la maestra. Così avviene. E con buoni risultati, se quest'anno Fabrizio e Flavio superano brillantemente la prova di ammissione alla seconda. Solo che adesso ne sanno più dei loro coetanei, tanto che il direttore didattico del secondo circolo di Sassuolo, Gian Luigi Giacobazzi, ammette che «necessitano di una scuola a livello medio-superiore». Se fossero ammessi alla seconda, in pratica, potrebbero quasi annoiarsi ed essere emarginati. Fabrizio e Flavio se ne stanno così a casa, studiano l'inglese e giocano con il computer, mentre la madre Paola comincia a protestare pubblicamente. Trova anche una scuola privata a Milano, riservata a bambini con un'intelligenza superiore alla media, ma la retta non è abbordabile. A questo punto intervengono l'assessore alla Pubblica Istruzione di Sassuolo, Antonia Bertoni, e il direttore del secondo circolo. Per loro il caso è risolvibile trasferendo i bambini dalle scuole elementari Collodi (dov'erano stati assegnati) alle «Vittorino da Feltre» dove esiste una seconda classe sperimentale, gestita da tre insegnanti, in grado cioè di garantire agli alunni un insegnamento individualizzato. E adesso si attendono gli esiti di questo «esperimento». Lorenzo Tazzari Paola Guidelli assieme ai figli Fabrizio (a sinistra) e Flavio

Persone citate: Antonia Bertoni, Collodi, Gian Luigi Giacobazzi, Lorenzo Tazzari Paola, Lucia Castegnaro, Paola Guidelli, Pitagora