L'identikit del Terrore di Gianni Bisio

I/identikit del Terrore In uri anno 433 attacchi (626 morti) di 53 organizzazioni I/identikit del Terrore Allarmante rapporto da Israele E' l'esplosivo — dirompente o incendiario —: il mezzo più usato dal terrorismo internazionale: il suo impiego, come base per ordigni sempre più sofisticati, è in aumento. Nel 1988 le bombe hanno costituito il 49,5 per canto delle azioni terroristiche registrate il tutto il mondo: 215 dei 433 attacchi sono stati condotti con questa tattica, il 2,6 per cento in più rispetto all'87, quando erano stati 172 su 377. «E' il modo che rimane ancor oggi il più semplice e il meno rischioso per trasmettere il messaggio del terrorista: tuttavia, quando viene impiegato in operazioni sofisticate, come l'attacco al jumbo della Pan Am in Scozia, può essere una pratica distruttiva sia in termini di vite umane che di risultati politici». E'questa l'opinione di Anat Kurz, ricercatrice di punta silo Jaffee Center of Strategie Studies di Tel Aviv. Nel particolareggiato rapporto sugli avvenimenti dell'88, pubblicato il mese scorso, un dato salta subito agli occhi: gli atti terroristici hanno subito un incremento del 15 per cento rispetto all'87, passando da 377 a 433. Nelle tattiche, a fronte dell'incremento che si è detto nell'impiego degli esplosivi, c'è una sostanziale stasi degli assalti armati e un aumento dei ricatti (dal 6,9 al 9,2). Sono invece scesi i rapimenti (cioè dal 14,3 al 7,8 per cento del totale). Sono molto diminuite tecniche come il sabotaggio, le lettere esplosive, il sequestro (anche degli aerei) per le difficoltà intrinseche di portare avanti azioni di questo tipo. Come geografia, al primo posto troviamo il Sud America, che ha collezionato da solo il 28 per cento del totale delle azioni terroristiche: seguono l'Europa occidentale (24,2), il Medio Oriente (12,7), l'Asia (10,8J, l'Estremo Oriente e l'America centrale (alla pari sul 6,5). Rispetto all'87, è peggiorata la situazione sia nell'America Latina che in Europa, continente diventato «arena» per le organizzazioni internazionali, soprattutto dei gruppi radicali sciiti e palestinesi. In testa ai Paesi ad alto rischio terroristico c'è la Colombia dei «narcos», che da sola ha registrato 83 attentati, il 19,2 per cento del totale. Fra gli scopi delle azioni, nella maggior parte dei casi (39,7 per cento) c'è solo il danneggiamento di cose, ma nel 30,9 a questo si aggiungono uccisioni casuali e solo il 9,2 risultano assassinii mirati: globalmente, come sostiene Anat Kurt, «c'è un declino del terrorismo letale rispetto al passato». Nell'85, infatti, il 52,8 per cento degli attentati erano diretti unicamente a causare la perdita di vite umane. L'obiettivo principale del terrorista resta quello economico, 37,8 per cento, seguito a ruota da quello politico, 36,7: più lontani sono i bersagli pubblici e diplomatici. Venti attentati hanno coinvolto l'aviazione civile, che è salita dal 2,9 al 4,6 per cento del totale. Vi sono state vittime umane (uccise, ferite o rapite) in 149 dei 433 incidenti dell'88, con una diminuzione rispetto all'87 dal 40,3 al 34,4 per cento: i morti sono stati 626 (269 solo nel disastro di Lockerbie), 1688 sono stati feriti e 80 i rapiti. Fra le nazioni più colpite troviamo il Pakistan e gli Stati Uniti (25 attentati ciascuna) seguiti da Germania Federale e Gran Bretagna (10), Afghanistan e Italia (7), Francia, Arabia Saudita e Zimbawe (6), Svezia (5). Le nazioni affiliate alla Nato hanno subito il 45,8 per cento degli assalti con vittime, più dell'87, ma meno dell'86, quelle della Lega Araba il 13,2, con una riduzione rispetto al passato. I Paesi del Patto di Varsavia rappresentano soltanto il 3,5 per cento delle vittime. Infine i terroristi. Sono 53 i gruppi che si sono fatti sentire lo scorso anno, dagli Acha cileni di azione anticomunista ai Venceremos venezuelani, una costellazione che passa attraverso le brigate antiimperialiste, gli sciiti di Amai, i Contras, l'Età, il Partito di Dio, l'Armata Rossa giapponese, il Fronte popolare per la Liberazione della Palestina-Comando generale, il Consiglio generale di Abu Nidal, la Raf tedesca, il peruviano Sendero Luminoso. Da non dimenticare il «terrorismo di Stato» cui viene attribuito il 12 per cento delle azioni, 52 in totale per la maggior parte condotte dagli agenti iraniani e afghani. Gianni Bisio

Persone citate: Abu Nidal, Kurz, Raf