Prigionieri di Marassi

Prigionieri di Marassi Oggi il sindaco Campart convocato dal pretore per lo stadio Prigionieri di Marassi // caro mondiale di Genoa e Samp GENOVA. L'appuntamento è per questa mattina alle Ila Palazzo di Giustizia. Accompagnato dal suo legale, l'avvocato Salvarezza, il sindaco di Genova Cesare Campart, repubblicano, 61 anni, dovrà rispondere al pretore Adriano Sansa di quella firma che permette dal 26 agosto a Genoa e Sampdoria di giocare in uno stadio «fuori legge». Il magistrato sostiene che quello del sindaco è un vero e proprio «abuso di potere» e l'avvocato ha sconsigliato a Campart di firmare una nuova agibilità straordinaria. Ma il primo cittadino di Genova non vuole sentire ragioni: «Ho commesso un reato? Bene, non credo che la pena aumenterà se dovessi commetterne un altro». E il vicesindaco, il socialista Morchio, ha ribadito: «Nel caso sono pronto io ad emanare un'ordinanza, anche a costo di rischiare un'incriminazione». Il pretore Sansa in un primo tempo aveva minacciato di mandare i carabinieri per impedire materialmente che venissero aperti i cancelli dello stadio. Le ultime indiscrezioni lo danno invece più disponibile. Ieri si è riunita d'urgenza la commissione di vigilanza che nel sopralluogo alla vigilia del campionato aveva rifiutato di stilare uh verbale di agibilità. Dodici le mancanze di sicurezza riscontrate, quattro quelle segnate in rosso. In primo luogo un impianto antincendio di complessa utilizzazione (le manichette antincendio sono chiuse in cassette di plexiglas che è problematico spaccare, sono legate da corde molto robuste e infine non c'è il rubinetto per l'erogazione dell'acqua). Secondo: le fosse antinvasione sono pericolose perché qualche spettatore potrebbe caderci dentro. Terzo: le scale soo state costruite rispettando solo formalmente le disposizioni di legge. Quarto: da alcuni settori non si vedono gli angoli del campo e in occasione dei corner la gente si sposta pericolosamente per cercare una visione migliore. La Commissione si muoverà comunque con i piedi di piombo. Quando dichiarò agibile la prima metà dello stadio, Sansa inviò a tutti i componenti una comunicazione giudiziaria. Se oggi non dovesse arrivare l'okay, toccherebbe ancora a Campart prendersi tutte le responsabilità. Per la Samp comunque sembra scongiurato il pericolo di dover trasferire i suoi 16.540 abbonati a Cremona (capienza di 22 mila spettatori) o a Parma (20 mila). Quella dello stadio mundial è una storia infinita e ricca di colpi di scena. Il progetto venne presentato nel dicembre 1985: 48 mila posti tutti a sedere e coperti per 35 miliardi di spesa. I lavori iniziarono nel luglio dell'87 e i costi eran già saliti a 50 miliardi per arrivare a 55, mentre la capienza è scesa a 44 mila posti. In questo vortice di miliardi Genoa e Sampdoria ci rimettono. Danni economici e tecnici. Il nuovo manto erboso, per esempio, rifatto in estate, non ha ancora attecchito. I giocatori affondano fino alle caviglie sollevando intere zolle di terreno. Si lamenta Boskov: «Viene rallentato il ritmo e ci rimette una squadra che gioca in velocità come la Sampdoria». Scoglio fa eco: «Quel campo stronca le gambe a chi come noi basa tutto sul pressing». Ma a non tornare sono soprattutto i conti del cassiere. Il Genoa, per ottenere un rimborso che comunque arriverà solo dopo il mondiale, ha presentato alla Federazione un dettagliato dossier che quantifica in sette miliardi il deficit di due anni e mezzo d'emergenza stadio. La Sampdoria, che è anche impegnata nelle Coppe europee, è arrivata a sfiorare i dieci miliardi. E sono briciole i cento milioni di rimborso Rai per le partite trasmesse in diretta. Da contratto il nuovo Ferraris dovrà essere consegnato entro la fine di ottobre. Ma c'era una promessa informale che parlava del 1° ottobre per il derby di campionato. Genoa e Sampdoria sono già rassegnate a dover giocare la sfida stracittadina in tre quarti di stadio. E andrebbe già bene così. Gessi Ariamoli Alternative. Alessandria, Cremona e Parma, le possibili alternative a Marassi

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