Su Pisa pende un giallo di Francesco Grignetti

Su Pisa pende un giallo Solo poche spiegazioni ma molte polemiche sulla Torre Su Pisa pende un giallo // ministero dei Lavori pubblici: «E' un problema urgente» Ma un esperto aggiunge: «Non abbiamo fatto allarmismi» ROMA. La Torre di Pisa pende ogni anno di più. E' l'unica certezza che trapela dal ministero dei Lavori pubblici. Il capo di gabinetto del ministro, Alfonso Rossi Brigante, è telegrafico e anche un po' seccato: «E' un problema tra i più urgenti e importanti all'attenzione del ministro Prandini». Le polemiche pisane hanno lasciato il segno nel palazzone umbertino di Porta Pia. Ora l'entourage del ministro tende a ridimensionare l'allarme lanciato qualche giorno fa. Ma avverte che la Torre è sempre lì che pende, e che bisognerà pur intervenire. Martedì i tecnici sono stati convocati per un nuovo incontro con il ministro Prandini. E' quanto dice, in sostanza, anche il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, ingegner D'Amore in un documento riservato al ministro: «Negli anni l'attenzione del ministero ai problemi della torre è stata sistematica. Ma è urgente il consolidamento». «Al di là delle battute disinvolte di qualche autorità locale o di qualche giornalista — aggiunge Rossi Brigante — ritengo opportuno precisare che il problema della Torre di Pisa è stato prospettato come uno dei più urgenti e importanti». La Torre di Pisa, spiegano nei corridoi del ministero, è un problema che si trascina da sempre. Prandini, che ha fama di politico decisionista, ha incontrato i «sette saggi» della Commissione tecnico-scientifica, scelti da Ferri tra il settembre '88 e il maggio '89, e li ha invitati a sbrigarsi nel concludere il loro lavoro anche se il decreto di nomina della commissione dava loro tempo fino al dicembre 1990. «Tutto qui — dicono al ministero — noi non abbiamo lanciato nessun allarme. Abbiamo soltanto segnalato che il problema era urgente e che ci sono motivi di preoccupazione». Ma quali sono questi motivi di preoccupazione? Lo spiega Rossi Brigante: «I tecnici hanno ricordato che sussiste uno squilibrio, tra base e vertice della Torre, di cinque metri e che questo squilibrio aumenta progressivamente in misura costante, sia pure minima. Sempre i tecnici hanno fatto presente che esistono fondati motivi di preoccupazione e che, allo stato, non si può determinare con esattezza il momento in cui si raggiungerà il punto critico». Ecco quindi la vera paura del ministro: il «punto critico» è in agguato. Potrebbe essere questione di decenni, ma la Torre rischia di cedere e piombare a terra anche prima. Prandini vuol evitare che qualcuno possa affermare che il ministro si è lasciato sorprendere dagli eventi. «Non vogliamo che si dica che siamo sprovveduti». Prandini intanto ha deciso di far controllare la Torre con un sistema moderno di monitoraggio e ha indetto "per martedì prossimo una riunione con i responsabili della progettazione. «Non ci attendiamo risposte definitive, ma un primo passo in avanti», spiegano al ministero. Francesco Grignetti

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