Usa-Urss, supervertice vicino

Usa-Urss, supervertice vicino WASHINGTON Shevardnadze da Bush con nuove proposte: forse appuntamento a fine '89 Usa-Urss, supervertice vicino E Mosca promette libertà di emigrare WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il vertice Bush-Gorbaciov avrà luogo o alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo, con ogni probabilità negli Stati Uniti. Lo hanno indicato ieri il segretario di Stato americano Baker e il ministro degli esteri sovietico Shevardnadze, al termine di un colloquio di quasi due ore alla Casa Bianca, il doppio del previsto. «Non abbiamo ancora fissato una data, ma penso che emergerà qualcosa di definitivo nello Wyoming, dove i prossimi due-tre giorni avremo ampie consultazioni» ha detto Shevardnadze. «Abbiamo concluso che un vertice è necessario». «Siamo scesi in alcun particolari del summit — ha-aggiunto Baker — e spero che potremo annunciarne località e data questo weekend». L'Urss preme per una scadenza ravvicinata, gli Usa chiedono qualche mese. Il segretario di Stato e il ministro degli Esteri sovietico si sono mostrati fiduciosi anche sulla firma di due accordi per il disarmo: uno sulla verifica degli stabilimenti e dei depositi di armi chimiche, che potrebbe preludere alla loro eliminazione, l'altro sui test nucleari, in vista di una loro riduzione. Shevardnadze, infine, ha prospettato netti progressi nei negoziati sulle armi convenzionali della Nato e del Patto di Varsavia e in quelli sulle armi strategiche, dichiarando: «Sia Gorbaciov che Bush hanno ipotizzato importanti iniziative in entrambi i campi». Ma l'emissario del leader del Cremlino non ha voluto fare anticipazioni: si è limitato a dire che l'Urss accetta il progetto dei «cieli aperti» degli Stati Uniti, ossia dei reciproci voli di ricognizione sulle due Europe, un passo avanti verso le frontiere aperte. E prprio sul tema del diritto all'emigrazione, Shevardnadze avrebbe fatto concessioni di sostanza all'Occidente. Con cautela ancora maggiore di Shevardnadze, Baker ha fatto capire che la convergenza tra le superpotenze si estende oltre al disarmo. Il segretario di Stato ha spiegato che l'Urss «accetta i principi della stabilità e della verifica nelle armi strategiche, essenziali alla prevenzione di un conflitto», e quindi che un trattato non è più lontano. Ma sottolinea che la gamma delle possibili intese è assai più ampia, si estende alle crisi regionali, ai diritti dell'uomo, e agli eventi interni della stessa Unione Sovietica. A questo proposito, Baker ha pronunciato una frase significativa: «Il Presidente ritiene che Mosca si comporti in modo molto responsabile e molto misurato verso i cambiamenti in corso nell'Europa dell'Est». Secondo indiscrezioni della Casa Bianca, l'Urss si impegnerebbe a rispettare la libertà d'emigrazione come nel caso dei profughi tedeschi orientali, e di governo, come nel caso della Polonia. Sempre stando a queste indiscrezioni, in cambio delle sue aperture l'Urss avrebbe chiesto l'appoggio Usa al suo ingresso, almeno come osservatore, in organizzazioni come il Gatt; nonché una solida collaborazione economica, con investimenti privati e forniture di alte tecnologie. Baker ha ammesso solo che «l'economia sovietica è uno dei primi temi sulla nostra agenda». Ha quindi perorato la causa dela perestrojka e di Gorbaciov, ribadendo che Bush «auspica il successo di entrambi». In questo modo, ha cercato di stroncare le polemiche nell'Amministrazione sull'assistenza da prestare o da negare a Mosca. Due altri accordi, pubblicizzati dal Dipartimento di Stato fin da ieri mattina, riguarderebbero la cosiddetta «terra aperta», e la fine della «cortina di ghiaccio». Il primo darebbe ai diplomatici americani il diritto di girare liberamente per tutta l'Urss e ai diplomatici sovietici quello di girare per tutta l'America. Il secondo consentirebbe la libera circolazione degli eschimesi ai confini dell'Alaska con la Siberia. Ennio Carette