« Le Usl come aziende» di Gian Carlo Fossi

« Le Usl come aziende» « Le Usl come aziende» De Lorenzo prepara la ma rivoluzione Lotta agli sprechi, ma i ticket restano ROMA. I ticket sui farmaci e la diagnostica saranno confermati oggi dal Consiglio dei ministri con un nuovo decreto-legge. Però, nella Sanità pubblica, non ci saranno tagli e aumenti di contributi, ma modifiche strutturali serie, lotta agli sprechi e agli abusi, soppressione di attività improduttive, una migliore organizzazione a tutti i livelli per realizzare alti standard di efficienza. Incontrando ieri sera i sindacati nel quadro delle consultazioni sulla manovra economica, il ministro De Lorenzo ha assicurato una secca inversione di tendenza nel modo di gestire le Usi, nel rapporto con gli assistiti e tra strutture pubbliche e private, nel ruolo delle Regioni, nella utilizzazione delle strutture e delle categorie sanitarie. La delegazione sindacale — guidata dal segretario confederale della Cgil, Cazzola, dal segretario confederale della Cisl, Bentivogli è dal segretario confederale della Uil, Fontanelli — ha apprezzato l'esposizione, ma qua e là ha proposto modifiche e integrazioni. Soprattutto, ha ribadito il suo «no» ai ticket e ha chiesto la revisione del regime delle esenzioni per correg¬ gere discriminazioni in danno delle fasce più deboli del lavoro dipendente. Il disegno di legge dì accompagnamento alla finanziaria — ha precisato De Lorenzo — prevedere la riorganizzazione delle Usi e la loro trasformazione in aziende, l'autonomia gestionale pergli ospedali, la possibilità di affidare a privati (o a società miste), strutture e servizi del Servizio sanitario nazionale specialmente dove più carente è l'intervento pubblico, miglioramenti delle prestazioni ospedaliere (ripristino della camera a pagamento). Inoltre: contratto di diritto privato dal 1° gennaio 1991 per medici e paramedici, e dal 1° genaio 1990 obbligo del tempo pieno per il personale sia medico che paramedico dipendente dal servizio sanitario nazionale. Si pensa, inoltre, alla ristrutturazione della rete ospedaliera con l'abolizione dei posti letto in eccesso (circa il 36%). Quindi, si convertiranno gli spazi, così liberati, per ricavarne nuovi ricoveri per anziani non assistibili a domicilio, che si aggiungeranno alle residenze da costruire con fondi già previsti. Ed ancora, impiegando in 3 an¬ ni 10 mila miliardi stanziati con un decreto ministeriale varato nei giorni scorsi, le Regioni potranno eseguire — in accordo con il ministero della Sanità — una ristrutturazione della rete ospedaliera adeguata alle moderne esigenze assistenziali. Ci sono, poi, finanziamenti del piano sanitario nazionale mirati all'attuazione di progetti-obiettivo per la tutela della salute materno-infantile, la tutela degli anziani, dei nefropatia e dei tossicodipendenti. In più, è prevista un'azione programmata nei prossimi 4 anni per l'Aids, con una spesa già coperta per il primo anno. Il ministro ha, infine, toccato il tasto della liberalizzazione. Si tratta di eliminare una serie di vincoli e di rigidità dell'attuale sistema. Nello stesso tempo saranno introdotte forme più moderne di controllo da affidare a società specializzate o alle Regioni. Una «troika» gestionale sarà formata da un direttoremanager (scelto in un apposito elenco formalizzato dal Cnel), da un direttore sanitario e da un direttore amministrativo a contratto privato. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Bentivogli, Cazzola, De Lorenzo, Fontanelli

Luoghi citati: Roma