Affidati alla madre gli embrioni congelati

Affidati alla madre gli embrioni congelati Sentenza di un giudice americano nella causa tra coniugi divorziati che li rivendicavano Affidati alla madre gli embrioni congelati Non sono oggetti, ma «vita allo stato iniziale» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli embrioni umani surgelati, formatisi con la fecondazione in vitro, rappresentano lo stadio iniziale della vita, e non possono essere perciò considerati oggetti. Non ricadono sotto le leggi patrimoniali, rientrano invece nel diritto di famiglia; vanno trattati come «test tube babies» ossia bambini in provetta. La legge, in sostanza, deve emettere sentenze nel loro interesse. ' Lo ha stabilito ieri il giudice Dale Young di Maryville, nel Tennessee, al termine di uno dei più contestati casi giudiziari della storia americana. Lo scorso dicembre, due giovani coniugi, Junior Davis e la moglie Mary Sue, avevano fecondato in vitro sette embrioni alla Clinica Ray King di Knoxville. In estate hanno però divorziato. Quando Mary Sue Davis, che Ì É in precedenza non era riuscita a portare a termine ben cinque maternità, ha chiesto che le fossero trapiantati gli embrioni, Junior Davis si è opposto. Il giudice Young ha tenuto una pubblica udienza il 10 agosto. Gli avvocati di Junior Davis hanno sostenuto che gli embrioni fecondati sono un bene qualsiasi, come un'automobile, e appartengono all'uomo, senza il quale non avrebbero nessun significato. I legali di Mary Sue hanno affermato che sono bambini «in via di sviluppo», e come tali vanno affidati alla madre. Nella sentenza, il magistrato ha dato ragione a Mary Sue Davis, ordinando che gli embrioni le vengano consegnati subito. «La signora—ha scritto — ha il diritto di farseli impiantare per avere uno o più figli. Per quanto concerne il sostentamento degli eventuali nati, i diritti del padre, la custodia, si deciderà a suo tempo». Una cosa pare cer- ta, ha aggiunto il giudice Dale: «Gli embrioni non sono oggetti, questa non è un'assegnazione patrimoniale, è un affidamento in custodia». «Dal momento della fecondazione — afferma il magistrato — le cellule di un embrione umano si differenziano, divengono uniche, speciali. La vita, pertanto, incomincia al concepimento». «E' nell'interesse del nascituro, in esistenza nella sua forma embrionale, venire affidato alla madre — ha concluso Young — e non al padre, anche se le circostanze potranno cambiare». La sentenza, in linea con l'orientamento anti-abortista che si va affermando nella giurisprudenza americana, ha destato scalpore. Junior Davis ha annunciato che ricorrerà in appello, lamentando di essere stato privato di una libertà fondamentale, quella di rifiutare la paternità. Il magistrato ne ha accolto la critica quasi con sollievo: «E' stato il caso più difficile della mia vita» ha ammesso. «Questa è solo la punta dell' iceberg, è bene che la giurisprudenza si pronunci su queste vicende per far emergere un diffuso consenso». Mary Sue Davis ha espresso l'intenzione di procedere al trapianto. «Al momento della fecondazione eravamo d'accordo — ha detto —: il mio ex marito non può privarmi della libertà di diventare madre». Dale Young ha spiegato di aver dedicato 100 ore di ricerche e di riflessione alla disputa tra i due ex coniugi: «Ho dibattuto dentro di me tutti gli aspetti della questione. Poi mi sono reso conto che erano coinvolte tre persone, non due; e che come sempre quando si tratta di un bambino è a lui che bisogna pensare». Ennio Careìto

Persone citate: Dale Young, Ennio Careìto, Junior Davis, Knoxville, Mary Sue, Mary Sue Davis

Luoghi citati: Tennessee, Washington