IL MUSEO VA IN NEGOZIO di Ernesto Gagliano

IL MUSEO VA IN NEGOZIO IL MUSEO VA IN NEGOZIO LFERRARA A gente non va nei musei? E allora portiamo i musei tra la gente: l'idea, un po' provocatoria, è piaciuta al Comune di Ferrara che ha organizzato la mostra «I quadri in vetrina. Invito al Museo». Quaranta dipinti di artisti dell'Ottocento e del Novecento sono stati tolti dalla quiete (forse troppo solitaria) di Palazzo Massari e troneggiano da oggi fino al 29 ottobre in uffici e negozi. La folla passa, guarda e discute. Una scossa dell'immaginazione alle abitudini quotidiane? C'è il richiamo dell'arte e perfino la complicità dell'origine; gli autori dei quadri esposti sono nati tutti a Ferrara: Giovanni Boldini, Gaetano Previati, Giuseppe Mentessi, Araldo Bonzagni, Achille Funi, Roberto Melli e Filippo De Pisis. Il nuovo «itinerario artistico», che si incrocia con la passeggiata e il giro dello shopping, ha suscitato molti consensi e qualche voce contraria. C'è chi storce il naso: perché far uscire dal museo opere che rischiano di essere danneggiate? E che rapporto c'è tra un negozio di scarpe e un ritratto di Boldini? L'ideatore dell'iniziativa, Andrea Buzzoni, vicedirettore dei Musei civici d'arte moderna a Ferrara, ha fantasia e sicure convinzioni. Dice che viviamo nell'età delle mostre («Ogni giorno nel nostro Paese si inaugurano mille mostre e mille mostri») mentre buona parte dei musei campano in condizioni pessime, se non disperate. Come le è venuta l'idea di mettere i quadri nei negozi? E' un'idea molto semplice, quasi ovvia. La gente va poco nei musei, se si escludono quelli celebrati dal turismo internazionale. I musei rischiano di essere isolati, chiusi in se stessi. Bisogna muoversi: è un tentativo di cercare un pubblico, non un ammiccamento alla moda. Certo non crediamo che sia la panacea di tutti i mali (per curare i musei occorrono risorse diverse), ma è giusto partire da un rapporto più vivo con il pubblico. La gente ormai va a vedere solo le mostre, l'ambasciatore del museo è la mostra. Perché questo trionfo delle mostre? Perché nell'immaginazione collettiva la mostra è lo spettacolo, l'appuntamento mondano. Il I museo è l'istituzione polverosa. Ciò accade da noi, all'estero le parti si equilibrano. I quaranta quadri esposti sono tutti di autori ferraresi. Un guizzo di campanilismo? Non sono molte le città che tra Ottocento e Novecento hanno una pattuglia di artisti di tale livello; e poi questi pittori ferraresi sono tra i meno studiati: così promoviamo il museo e lo studio delle opere. I commercianti a che cosa devono provvedere? Chi ospita un dipinto, paga. Sono quaranta piccoli sponsor che affiancano l'ente promotore, cioè il Comune, e aiutano finanziariamente un po' il museo. E la sicurezza dei dipinti? Di questo ci occupiamo noi: è il problema più delicato. E credo che lo abbiamo risolto nel modo giusto. La climatizzazione (luce, umidità, temperatura) e la sicurezza sono curate con tecnologia sofisticata. L'accoglienza della gente? Un entusiasmo corale: e speriamo porti buoni frutti. La sfida è aperta. Nature morte di De Pisis, figure femminili di Boldini, ritratti di Funi sono immersi nella vita della città e occhieggiano dalle vetrine: cercano tra la folla nuovi ammiratori da ricondurre sulla via del Museo. Ernesto Gagliano Un dipinto di Boldini

Luoghi citati: Comune Di Ferrara, Ferrara