«Ridateci le nostre bimbe»

«Ridateci le nostre bimbe» Genitori di Armeno rivogliono le due figlie in istituto da un anno «Ridateci le nostre bimbe» Contestata decisione dei giudici torinesi NOVARA. Eleonora Leorato, 29 anni, vuole le sue due bambine Elena ed Anna. Le sono state portate via dal tribunale dei minori di Torino e sembra la ripetizione di un caso che ha fatto parlare tutta l'Italia, quello dei fratelli Zanon di Domodossola. «Con la differenza — dice la donna — che le mie figlie papà e mamma sono uniti, hanno una casa e tutto l'amore possibile». Nella loro casa di Sovazza, piccola frazione di Armeno a pochi chilometri dal lago d'Orta, Eleonora Leorato e il marito, Vito Scavo, di 33 anni, vivono in una atmosfera di grande tristezza. Anna di 5 anni ed Elena di 2 anni e mezzo, non sono più nella loro cameretta. Si trovano nell'istituto di suore Santa Famiglia di Pallanza a oltre 30 chilometri di distanza. Ai genitori è consentito andarle a vedere solo due volte alla settimana. La decisione del tribunale dei minori è di oltre un anno fa e viene spontaneo chiedere ai coniugi Scavo come mai si sono decisi a protestare dopo tanto tempo. «Ci hanno preso in giro — afferma Eleonora Leorato — dicendoci a più riprese di portare pazienza, di aspettare che presto ce le avrebbero ridate. Siamo andati spesso a Torino, abbiamo continuato a chiedere le nostre figlie ma adesso le assicurazioni non ci bastano più». Così Vito Scavo ed Eleonora Leorato si sono messi nelle mani di padre Michelangelo, il popolare frate cappuccino che ha avuto una parte determinante nella soluzione dell'analogo caso di Christian Zanon e lui per prima cosa li ha messi in contatto con l'avvocato Marisa Zariani che si era occupata dei caso Zanon e che sta già predisponendo un'azione per. bloccare li pratica di adottabilità. All'origine di questa per molti versi assurda vicenda ci sono le condizioni di salute della più piccola delle bambine, Elena, nata prematura e con seri problemi digestivi. I primi mesi di vita della piccola Elena sono stati un calvario: ricoveri negli ospedali di Borgomanero, Omegna e Novara, difficoltà di alimentarsi e — assicura la madre — anche qualche errore da parte dei medici che ancora adesso non pare siano in grado di stabilire una cura appropriata. Entrare e uscire dalle divisioni di pediatria dei vari ospedali ha comportato per la famiglia Scavo una serie di gravi problemi legati anche alla necessità di accudire all'altra figlia, Anna, anch'essa in tenera età. E non sono mancate le difficoltà economiche. Vito Scavo, un ex carabiniere che ha interrotto il servizio per sposare Eleonora, è l'unico a lavorare: è operaio presso una rubinetteria ma quello che guadagna non sempre basta a coprire, le necessità: «Durante il periodo dei ricoveri, non avendo mai ricevuto una diagnosi precisa ci siamo rivolti anche ai pediatri privati sostenendo spese per me pesanti». «E quando al tribunale dei minori di Torino mi hanno contestato che non guadagnavo abbastanza per garantire tutto quello che serviva alle mie figlie ho chiesto un aiuto da parte dell'assistenza sociale. Invece dell'aiuto ci hanno tolto le bambine». Fra le motivazioni della decisione del tribunale c'è una pre¬ sunta mancanza di assistenza. Vito ed Eleonora Scavo contestano vivacemente e affermano che le notizie arrivate a Torino dal servizio sociale locale erano distorte. «Durante i molti ricoveri di Elena, negli ospedali, escluso quello di Novara, hanno sempre preteso che fossimo noi ad assisterla notte e giorno e non sempre riuscivamo: mia moglie doveva accudire anche all'altra figlia ed io lavoravo. Non dovrebbero essere medici e infermieri a occuparsi dei malati?». Oltre a padre Michelangelo e all'avvocato Marisa Zariani, in difesa dei coniugi Scavo è insorta tutta Sovazza. In particolare le mamme della frazione hanno preso l'iniziativa di una petizione con la quale viene chiesta la restituzione delle bambine ai genitori. La stessa maestra della scuola materna frequentata da Anna Scavo ha tentato di intervenire in favore dei genitori della sua alunna. Ma il tribunale dei minori ha definito «inattendibile» la testimonianza dell'insegnante e quelle di altri abitanti di Sovazza. Marcello Sanzo Eleonora Leorato e Vito Scavo nella loro casa di Armeno, presso il lago d'Orta. A destra, le piccole Elena e Anna con la madre durante una gita nel Novarese