A Venezia un giudice sulla pista Iraq di M. 1.

A Venezia un giudice sulla pista Iraq A Venezia un giudice sulla pista Iraq Ieri interrogati otto funzionari Comit La banca sotto accusa per l'export di armi VENEZIA. Otto funzionari della Comit, tra cui l'ex direttore centrale Filippo Minolfi, sono stati interrogati ieri o saranno sentiti oggi dal giudice Felice Casson come imputati nell'inchiesta sull'export clandestino di armi verso l'Iran e l'Iraq. L'accusa è di avere coperto le operazioni finanziarie di due imprese che producono materiali di armamento: la Erber di Torino e la Remie di Rosa di Vicenza, entrambe appartenenti ad Ermanno Bertoldo. Le imprese avrebbero cercato di ven¬ dere armi all'Iran, prima direttamente, poi attraverso «triangolazioni» con la Francia, il Portogallo e la Malesia. Il traffico ammonterebbe a 130 miliardi di lire. E la Comit avrebbe giocato il ruolo di garante delle operazioni. Secondo gli avvocati della Comit, presenti ieri a Venezia, sarebbe tutto un equivoco, perché quei finanziamenti non sono mai stati effettuati. Ed infatti, pare sia stato davvero così, dal momento che il comitato speciale interministeriale non aveva consentito l'esportazione. Ma secondo il giudice, la legge sull'embargo ad Iran e Iraq vieta anche la sola trattativa. Per trattare, cioè, bisogna chiedere preventiva autorizzazione. La trattativa sarebbe invece stata intavolata direttamente con l'Iran; poi, vista la mancanza di autorizzazione all'esportazione, la Erbert avrebbe cercato di imbastire una «triangolazione», trattando con la Luchaire, la società francese coinvolta anche nell'Irangate. [m. 1.]

Persone citate: Erber, Ermanno Bertoldo, Felice Casson, Filippo Minolfi