Carli più privati nell'economia di Valeria Sacchi

Carli: più privati nell'economia Il ministro del Tesoro lancia la sua proposta di fronte ai delegati delle Consob di tutto il mondo Carli: più privati nell'economia «E la ricetta per ridurre deficit e ingerenze politiche» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Mercati liberi e deregulation. Questa la parola d'ordine nell'intervento che Guido Carli ha tenuto ieri davanti ai 700 invitati dell'Oicv, l'associazione che riunisce gli organismi che vigilano sulle Borse mondiali. E per l'Italia la proposta Carli è precisa: privatizzare, sia per ridurre i nodi del debito pubblico che per annullare l'indebita ingerenza dei politici sull'economia. Privatizzare, ma sul serio, evitando le tentazioni di compromessialla francese che hanno creato più problemi che vantaggi. «Sin dai fortunosi anni postbellici ho inseguito la visione di mercati liberi, Paesi liberi, popoli liberi. Vicende alterne a livello mondiale e a quello del mio Paese hanno spesso ristretto quest'orizzonte». Il sogno, oggi, è divenuto possibile. «Nel presente decennio la spinta verso il mercato e il suo allargamento oltre i confini tradizionali nel senso spaziale come in quello funzionale, hanno conferito ad esso una nuova dimensione». La globalizzazione dei mercati non è però né semplice né facile, anzi ha già provocato mutamenti, alimentando instabilità e incertezze. Il fenomeno delle valute in libera circolazione provoca non solo confusione nelle cifre ma risulta sempre più evidente come «i trasferimenti di capitali si dissocino dai rapporti sottostanti fra le economie reali». La ricetta per mettere ordine e non lasciarsi sfuggire i sistemi di mano è una sola: il coordinamento tra le economie delle grandi aree monetarie, sull'esempio dell'Europa libera! Un coordinamento che, secondo Carli, deve estendersi a molti livelli, compreso quello della regolamentazione dei mercati, ossia degli organi di vigilanza delle Borse mondiali, e all'interno ai tre centri preposti alla stabilità degli intermediari: Tesoro, Bankitalia e Consob. Anche perché l'interdipendenza dei capitali «si colloca nel movimento verso la privatizzazione» che ha influenzato in modo decisivo le politiche di Paesi come Inghilterra, Francia, Germania e Giappone. A questo movimento, che in Italia è stato marginale, va ora impressa una grossa accelerazione. La vendita di «beni immobiliari e mobiliari» pubblici, pur nella tutela dell'interesse comune, deve servire «non solo a contenere l'onere degli interessi che grava sul pubblico bilancio, ma anche a ridurre le scelte politiche nel settore dell'economia. Solo con l'avanzata del mercato la nomina dei dirigenti di imprese, gravitanti nell'area pubblica, può essere legittimamente sottratta al potere politico». Pensando alle imprese, Carli chiaramente ha voluto parlare anche di «banche», e lo ha fatto in modo sottile, ricorrendo all'esperienza francese e alla riconversione a 360 gradi del presidente Mitterrand. Carli, anzi, si è servito proprio delle parole di Mitterrand a proposito dei «noccioli duri» per ricordare come la mescolanza di interessi pubblici e privati all'interno delle banche privatizze abbia consentito di «imbastire operazioni pasticciate», favorendo «animali da preda disonesti e avventurieri, corruttori rivolti al furto, al saccheggio, al gangsterismo». Sempre a proposito di banche, Carli ha più avanti osservato come la «concorrenza tra intermediari bancari e non bancari sia diventata più aspra, la linea di demarcazione più sottile» per riaffermare la necessità di una «una vigilanza che deve estendersi al sistema nel suo complesso». Infine, a libero mercato deve corrispondere una libera Borsa. Sulla «volatilità dei corsi elevata» molte sono le voci che si levano «per ridurre la reattività dei mercati». «E' una tentazione cui bisogna resistere» ha concluso Carli: «Non i corsi bisogna regolamentare, ma il regolare svolgimento delle contrattazioni». Valeria Sacchi

Persone citate: Carli, Guido Carli, Mitterrand

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Venezia