Gava «La criminalità dilaga» di Giovanni Bianconi

Gava: «La criminalità dilaga» Rapine quasi raddoppiate, in aumento gli omicidi, le evasioni e il traffico di droga Gava: «La criminalità dilaga» Nell'89 il boom della delinquenza minorile ROMA. Le rapine aumentano fin quasi a raddoppiare, cresce il numero degli omicidi volontari, sono sempre di più le persone denunciate per reati gravi come l'associazione mafiosa e i detenuti che fuggono dalle carceri. E' la fotografia dell'Italia del crimine contenuta nella relazione sull'ordine pubblico consegnata dal ministro dell'Interno al Parlamento. I dati si riferiscono al primo trimestre del 1989, e confrontati con lo stesso periodo dell'anno precedente danno un quadro della situazione più che allarmante. E anche laddove i numeri farebbero pensare che qualcosa va meglio — come la diminuzione delle persone coinvolte in Sicilia in reati di mafia — ecco la doccia fredda: in realtà quella cifra è dovuta soltanto a «ritardi tecnici nell'inserimento dei dati negli archivi elettronici del centro di elaborazione dati della polizia». Dal 10 gennaio al 31 marzo di quest'anno le rapine gravi sono aumentate del 69 per cento rispetto al primo trimestre del 1988. E gli omicidi volontari sono cresciuti del 16 per cento. A fronte c'è un funzionamento della giustizia che non fa ben sperare. Nel 1988 solo un terzo delle persone denunciate per rapine, estorsioni e sequestri è stato condannato: su 9767 inquisiti si è arrivati a 3180 verdetti di colpevolezza, dopo processi durati in media oltre due anni. Aumenta anche il numero delle persone denunciate o arrestate per associazione per delinquere di stampo mafioso: al 31 marzo '89 erano il 2,3 per cento in più rispetto all'anno scorso. Curiosamente non sono le regioni tradizionalmente considerate «ad alta densità mafiosa» a guidare la classifica dei denunciati. Il maggior numero delle persone coinvolte per reati connessi a Cosa Nostra si è registrato in Lombardia, con 38 denunce o arresti nei primi tre mesi dell'anno. Nell'arcipelago mafioso l'attività più propizia è sempre quella legata al traffico di droga. Secondo la relazione di Gava al Parlamento il 45 per cento delle persone inquisite per appartenenza alle cosche lo è anche per commercio di stupefacenti. Si sviluppa così quell'«intima connessione» tra mafia e droga che in alcune regioni si va espandendo. In Calabria, ad esempio, il numero delle persone denunciate per entrambi i reati è più che raddoppiato, con un aumento del 107 per cento. E in quella regione la 'ndrangheta si fa sempre più imprenditrice. «La criminalità organizzata calabrese — ha detto ieri Gava al Senato — riversa nel mondo degli affari le ricchezze provenienti dal traffico della droga e dagli appalti». Proprio per stronacre gli illeciti collegati al giro degli appal¬ ti, Gava ha annunciato che il governo presenterà presto una legge per introdurre un nuovo sistema di assegnazione, per regolamentare un terreno nel quale la criminalità organizzata prospera sempre più. «La 'ndrangheta interferisce sempre più nel mondo degli appalti, agevolata da una diffusa situazione di ingovernabilità negli enti locali e dall'assenza di veri ed efficaci controlli», ha detto Gava parlando della situazione calabrese, all'interno della quale gli investigatori non escludono che possa essere maturato il delitto Ligato. «E' quindi indispensabile — ha aggiunto il ministro dell'Interno — trovare una nuova disciplina della normativa sugli appalti che consenta di arrestare l'influenza dei gruppi criminali nel mondo economico locale». Gava ha annunciato che un gruppo di studio per individuare i principi della nuova legge è già al lavoro. Dalla sua relazione è emerso un altro dato preoccupante: se la criminalità aumenta, infatti, la sicurezza del sistema carcerario sembra ridursi. «La tendenza alla diminizuione delle evasioni registrata nel 1988 — si legge nella relazione — non trova conferma nell'89: nel primo trimestre di quest'anno si sono infatti registrate ben 17 evasioni contro le due dello stesso periodo dell'88». C'è anche chi scappa approfittando delle numerose agevolazioni previste dalla nuova riforma carceraria. I detenuti non rientrati dai permessi o dalle licenze sono stati 96 contro i 50 dei primi tre mesi dell' 88, quelli fuggiti dal regime di semilibertà o dagli arresti domiciliari 110 contro gli 80 del periodo gennaio-marzo '88. «Stazionaria» viene definita la situazione degli episodi di violenza politica e dei sequstri di persona (stesse cifre nell'88 e nell'89), mentre crea «non poche preoccupazioni» la nuova criminalità minorile. I ragazzi denunciati per traffico di droga sono aumentati del 31 per cento, e si trovano soprattutto in Lombardia, Lazio e Piemonte. Giovanni Bianconi

Persone citate: Gava, Ligato

Luoghi citati: Calabria, Italia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Roma, Sicilia