«Caro Napolitano dove corre il pci?»

«Caro Napolitano, dove corre il pci?» r RISPOSTA Di BOBBIO «Caro Napolitano, dove corre il pci?» Caro Direttore, Giorgio Napolitano ritiene che le mie osservazioni critiche ad alcuni aspetti del nuovo corso del pei siano state «brusche e sbrigative», perché non avrei apprezzato abbastanza il tendenziale rinnovamento della sinistra in Europa, i processi di revisione avviati nell'Urss e nei Paesi dell'Est, le spinte a un mutamento delle relazioni internazionali verso una crescente integrazione. Il motivo per cui mi ero deciso a scrivere l'articolo «Le troppe ricette del pei» era un altro. Non ho mai avuto dubbi sulla trasformazione profonda del pei nella direzione di un suo graduale avvicinamento ai partiti socialdemocratici. Sono stati, se mai, i miei interlocutori comunisti che per anni'hanno ricalcitrato all'idea di essere «socialdemocratizzati». Ricordo che lo stesso Berlinguer in un discorso al Comitato centrale, di cui non sarebbe diffici-1 le ritrovare il testo, disse su per giù: «E non creda il prof. Norberto Bobbio di farci passare per dei socialdemocratici». Del resto, poiché Napor litano ricorda il dibattito che si svolse a Torino nel marzo 1982 su «Il pei negli Anni Settanta», non può aver dimenticato che, se c'era stata una ragione di contrasto tra lui e me, questa riguardava la differente valutazione di quelle che allora si chiamavano le «diversità» del pei rispetto agli altri partiti, diversità di cui i comunisti, per certi aspetti non sempre a torto, traevano vanto. Sostenni allora che le quattro «peculiarità» su cui Napolitano aveva richiamato la nostra attenzione non erano tali da giustificare la presentazione del pei come partito «diverso». Dicevo: «Queste diversità nessuno vuole negarì le, ma sono diventate tali da non differenziare sensibilmente il partito comunista dai partiti socialisti e socialdemocratici europei e al contrario da differenziarlo sensibilmente e progressivamente dai partiti comunisti di stretta osservanza sovietica». Concludevo: «Mi sia consentito dire che, se queste sono le diversità del pei, è difficile distinguere il pei dai partiti socialisti di altri Paesi e anche dal partito socialista della nostra tradizione». Ciò che mi aveva colpito nella intervista di Asor Rosa era la prefigurazione di un pei che si avvia a mettere da parte anche la tradizione socialdemocratica per andare oltre. Non ho nulla in contrario, naturalmente, a che la sinistra allarghi i propri orizzonti e vada all'esplorazione di terre nuove. La crisi del socialismo nella maggior parte delle sue manifestazioni storiche è tale da giustificare questa navigazione in mare aperto. Mi ero limitato a esprimere la preoccupazione che non ci si avventurasse verso nuove scoperte in modo troppo precipitoso. Non si può passare senza suscitare sorpresa negli spettatori anche più interessati dall'immobilismo al moto perpetuo, dalla eccessiva cautela nel riconoscere il cambiamento all'agitazione. Poiché il mio amichevole interlocutore mi assicura che la mia preoccupazione è infondata e che il pei procede nella revisione in modo ponderato e riflessivo, non ho nulla da aggiungere. Il problema della sinistra è oggi, ed è stato sempre, contrariamente a tutti coloro che ritengono non vi sia differenza tra destra e sinistra, quello di rendere gli uomini non solo più liberi e prosperi, ma più eguali. Ma come? Questo è il problema. Norberto Bobbio

Persone citate: Asor Rosa, Berlinguer, Di Bobbio, Giorgio Napolitano, Napolitano, Norberto Bobbio

Luoghi citati: Europa, Torino, Urss