Alitalia la flotta vola «in rosso»

Alitatici, la flotta vola «in rosso» La compagnia ha perso, anche per gli scioperi, 119 miliardi nei primi sei mesi (172 a livello di gruppo) Alitatici, la flotta vola «in rosso» Alleanze e aumenti di tariffe per raddrizzare la rotta ROMA. I conti precipitano in ROMA. I conti precipitano in picchiata. Il gruppo Alitalia ha perso complessivamente 172 miliardi nei primi sei mesi dell'anno; in particolare, la capogruppo è in rosso per 119 miliardi, l'Ati per 56. E' una disfatta per un compagnia che ha registrato 10 miliardi di utili nello stesso periodo dell'anno scorso e 52 nell'intero 1988. L'azienda imputa il risultato negativo a tre cause: la nebbia, gli scioperi e il mancato aumento delle tariffe, ferme da quattro anni. Tra gennaio e giugno, l'Alitalia ha cancellato 6700 voli, di cui circa 3600 per problemi meteorologici e 2500 per effetto di vertenze dei dipendenti o di lavoratori esterni. Dai 2500 voli cancellati a gennaio si è però passati ai 117 di giugno, grazie all'arrivo del beltempo e al migliore clima sindacale. C'è ora la speranza di un recupero; tra giugno e agosto, i passeggeri sono aumentati del 14,2%, i ricavi del 18%. Per il presidente dell'Alitalia, Carlo Verri, l'inversione di tendenza è già in atto: «A partire da giugno, grazie soprattutto alla normalizzazione dei rapporti sindacali ed all'impegno del personale è stato possibile attivare iniziative per il miglioramento dei servizi e i voli sono tornati alla normalità». Verri lo ha spiegato al consiglio di amministrazione che, per approvare la relazione semestrale, si è riunito ieri a New York: la seduta è stata convocata all'estero, come è consuetudine di altre compagnie, in occasione di un incontro con la forza vendita nordamericana. Il bilancio gennaio-giugno è il primo che porta la firma di tutto il nuovo gruppo dirigente: Verri (in carica da un anno), l'amministratore delegato Giovanni Bisignani e il direttore generale Ferruccio Pavolini (nominati da quattro mesi). Per il vertice dell'Alitalia, i conti dei primi sei mesi sono un brutto incidente di percorso, proprio mentre la compagnia ha avviato ambiziosi programmi di rilancio e di espansione. Fra l'altro, la sempre più agguerrita concorrenza internazionale impone scelte ravvicinate. In Europa si stanno defi¬ i nendo le alleanze fra le compa- nendo le alleanze fra le compagnie che governeranno il trasporto aereo nei prossimi anni. L'Alitalia sta dialogando soprattutto con la Lufthansa e l'Air France che la scorsa settimana hanno annunciato un accordo di collaborazione che nei prossimi giorni potrebbe coinvolgere anche l'Iberia. Un'altra intesa sta invece per essere definita da British Airways, Klm e Sabena. La compagnia inglese appare sempre più come un gigante, essendo riuscita a entrare proprio ieri nell'American Airlines. A questo punto, è come se il cielo europeo fosse spaccato in due, con alleanze contrapposte. Fra l'altro, l'Alitalia è in una situazione delicata perché coopera con Lufthansa e Air France nel consorzio Atlas per la manutenzione dei grossi jet, ma volta loro le spalle per il sistema computerizzato di prenotazioni (avendo aderito al Galileo con la British Airways e la Klm). Allearsi è diventato obbligatorio, ma anche crescere. Nel primo semestre, l'Alitalia ha effettuato investimenti per 129 miliardi di cui 90 destinati alla flotta. Ma questo dato non basta a raddrizzare lo sconfortante andamento della prima parte dell'anno. Poiché il fatturato aumenta (la sola capogruppo ha ottenuto un incremento dì 290 miliardi, arrivando a quota 1181), ci sono probabilmente molti problemi di efficienza interna che hanno portato al forte passivo del primo semestre. Maltempo e vertenze, forse, non bastano a spiegare l'andamento critico. Verri, Bisignani e Pavolini devono fare i conti con un'eredità rivelatasi più difficile da gestire. L'utile del primo semestre '88 è stato favorito dalla vendita di aerei usati per 62 miliardi. Per il vertice della compagnia è ora decisivo ottenere quell'aumento delle tariffe nazionali che dovrebbe procurare maggiori introiti per 15 miliardi al mese. Con un rincaro di almeno il 10%, dice Verri, si potrà «non appesantire ulteriormente il risultato negativo». Roberto Ippolito - l.innnnanBnHinBM^^ . e i r ù l n . e a o a l 9 a e PRIMI SEI MESI '89 1.181 :.r-% oooooaoooooQOQ[Ti]□ o. | od IL GIRO D1 AFFARI DELLA COMPAGNIA [DATI IN MILIARDI DI LIRE] LA STAMPA, ECONOMIA E FINANZA Martedì 19 Settembre 1989. 11

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