Scoglia esalta il proletariato

Scoglio esalta il proletariato «Per le assenze il Genoa rende ai rossoneri il 31 per cento del suo potenziale» Scoglio esalta il proletariato E si arrabbia con Sacchi e il suo ricco Milan GENOVA. Scoglio e Sacchi, due modi analoghi di fare calcio anche se i mezzi a disposizione sono molti diversi, si trovano opposti oggi a Marassi. Senza Perdomo; Ruben Paz, Fontolan e Caricola per avere undici giocatori da mandare in campo Scoglio deve affrettare i tempi di recupero di Torrente, che dopo un mese di assenza era tornato martedì ad allenarsi. Anche Sacchi ha assenze importantissime (Gullit, Van Basten e Donadoni), ma può comunque contare sul Milan-due. E per avere un'idea della diversa caratura delle due rose basta dare un'occhiata alle panchine. Con Scoglio ci saranno il portiere di riserva Braglia e un manipolo di bambini (Rossi, Fasce, Camerano e Mariano), mentre vicino a Sacchi si siederanno Pazzagli, Costacurta, Colombo, Fuser e Simone. Tutta gente che in nove squadre su dieci giocherebbe titolare. «A Sacchi — sentenzia Scoglio — verrà meno il venti per cento. Senza Perdomo e Ruben Paz a me mancherà un venticinque per cento, senza Fontolan perderò un cinque per cento in fase offensiva e senza Caricola un uno per cento in difesa». Ieri al termine dell'allenamento ha arringato per quasi due ore una piccola folla di giornalisti. Erano venuti da mezza Italia perché notizia la fa soprattutto l'allenatore più burbero, scontroso e anticonformista del campionato. E pensare che all'inizio non voleva quasi parlare («In questi giorni sono stati prodotti danni irreparabili alla mia immagine con una campagna di stampa volutamente denigratoria»), poi ha però tenuto banco illustrando la filosofia del suo calcio. Subito, però una domanda: «Scusi, lei sa di basket? Sì, perché ò fondamentale per capire il mio calcio...». Poi è andato a ruota libera: «Siamo una squadra proletaria, con grandissime qualità morali. A proposito di Sacchi, mi viene da sorridere quando lo sento in televisione che auspica il pugno di ferro degli arbitri per tutelare la regolarità del campionato. Ma se ai poveri non viene più neanche data la possibilità di lottare su ogni palla, tanto vale allora che il campionato lo giochino tre squadre. E poi non siamo dei macellai, può capitare di ricorrere al fallo sistematico ma nessun avversario si è mai lamentato per il gioco scorretto». Tra Scoglio e Sacchi ormai i rapporti sono difficili. Probabilmente non gli ha perdonato di averlo lasciato nell'inferno della serie B ed essere .finito alla corte di sua emittenza Silvio Berlusconi. «Ho la mia testa — confessa Scoglio —, non so cosa farci. Sono convinto che nel calcio si possa portare avanti anche un discorso sociale. Proprio per questo esalto le virtù di questa squadra povera che si batte da pari a pari con i ricchi del campionato. A me la serie A non l'ha regalata nessuno, ho sputato sangue per quindici anni. Non c'è stadio del Sud che non conosco, anche i buchi più infami. Mi sono fatto strada con il sacrificio e l'applicazione e sono queste le qualità che chiedo ai miei giocatori». Sul rivale milanista conclude: «L'apprezzavo quando si era portato a Milano Mussi e Bianchi e diceva che anche a San Siro avrebbero reso come a Parma. E sono stato dalla sua parte quando ha rischiato l'esonero dopo l'Espanol. Magari andava contro i mulini a vento, ma era più vero». Gessi Adamoli

Luoghi citati: Italia, Milano, Parma