La lumaca va di corsa di Giuseppe Grosso

La lumaca va di corsa Boom dei consumi, cresce l'import La lumaca va di corsa CHERASCO DAL NOSTRO INVIATO Contro tutti i luoghi comuni la lumaca va di corsa, ma pochi se ne accorgono. In dieci anni il consumo di chiocciole in Italia è cresciuto di tre volte e l'allevamento nazionale non riesce a tenere il ritmo nel mercato. Oggi a Cherasco si svolge il 18° raduno dell'Associazione italiana elicoltori, grande appuntamento tecnico e commerciale per un settore che guarda all'espansione. Giovanni Avagnina, presidente nazionale, spiega: «Gli allevatori erano 3500 nel 1984, oggi sono saliti a 5200, con terreni passati da 25 milioni a 35 milioni di metri quadri. Ma il nostro giro d'affari non supera i cento miliardi e gli addetti a tempo pieno sono soltanto duemila». Lo scorso decennio la produzione nazionale soddisfava facilmente il 40% del consumo; nell'88 la percentuale è scesa al 27, e oggi la quota import corre trionfalmente verso l'80%. E i prezzi continuano a salire: le lumache del tipo Borgogna costano attualmente 5 mila lire il chilo, 2000 in più rispetto al 1980; la piccola e saporita «mediterranea» è passata in dieci anni damille a 8000 lire. «Indubbiamente il marchio d'origine "Lumache Italiane", che dallo scorso anno certifica la provenienza e la qualità dei molluschi allevati da noi rispetto à quelli importati e raccolti in natura, ha fatto crescere le quotazioni, dando una spinta alla redditività delle imprese nazionali», dice Avagnina. Per cercare di far fronte all'agguerrita concorrenza si è costituita di recente la prima società joint-venture con capitale misto italo-ungherese, con direzione tutta italiana, che dovrà guidare lo sviluppo dell'allevamento nel Paese dell'Est e costruire quattro industrie di trasformazione del prodotto. Il presidente conclude con una previsione: «Jugoslavia, leader assoluto, e nell'ordine Turchia, Romania, Marocco, Tunisia e Grecia hanno finora riversato sul mercato internazionale enormi quantità di chiocciole cresciute spontaneamente nei prati. Ma lo scenario sta cambiando, per l'introduzione anche all'Est e nell'Africa settentrionale di sistemi di agricoltura organizzati con criteri industriali: c'è così bisogno di concimi e antiparassitari chimici che danneggiano l'habitat della lumaca. Il prosciugamento forzato del serbatoio dell'import, unito alle leggi di tutela che vietano in Italia la raccolta di lumache allo stato libero, darà ulteriore spazio all'allevamento». Giuseppe Grosso

Persone citate: Avagnina, Giovanni Avagnina

Luoghi citati: Cherasco, Grecia, Italia, Jugoslavia, Marocco, Romania, Tunisia, Turchia