Vino è l'anno di Parigi

Vino, è l' anno di Parigi In tutta la Francia quella del 1989 promette di essere la vendemmia del secolo Vino, è l' anno di Parigi I giapponesi prenotano a tappeto PARIGI NOSTRO SERVIZIO L'euforia regna sovrana nei vigneti francesi. L'annata 1989 promette di essere eccezionale. Non tanto in quantità, piuttosto in qualità. Il caldo prolungato della primavera e dell'estate ha favorito la maturazione dei grappoli e in tutto il paese la vendemmia è iniziata con almeno due settimane di anticipo. Nelle nobili vigne dell'Aquitania è stato battuto il record del secolo: la vendemmia a fine agosto, come non accadeva dal 1893. Perfino i prefetti, che per tradizione emanano il decreto di inizio vendemmia, sono stati superati in velocità dalla natura. Quando i decreti sono stati affissi, nei vigneti la raccolta (a macchina nel 70% dei casi) era iniziata già da alcuni giorni. All'inizio di ottobre tutto sarà finito. Il Bordeaux di quest'anno — da Medoc a Pomerol e a SaintEmilion — sarà il migliore degli ultimi cinquant'anni. I giapponesi (i più importanti clienti extraeuropei) attendono impazienti, a bocca aperta, l'arrivo dei grandi «chateaux». I prezzi sono in aumento (+ 7-10 per cento rispetto al 1988), frotte di intermediari, francesi e non, sono già all'opera per ritagliarsi più che cospicui margini di lucro. Dominique Defrance, direttore dell'Ufficio nazionale in- terprofessionale dei vini (Onivins), afferma che «tutte le condizioni sono riunite perchè il 1989 sia un anno buono, se non molto buono». Le condizioni climatiche eccezionali si uniscono ad un ottimo stato sanitario delle vigne, in tutte le regioni. Lo sviluppo prorompente del fogliame, favorito dalla canicola, ha consentito una maturazione rapida dell'uva che attualmente ha raggiunto dappertutto un tasso di zucchero sufficientemente elevato ed un'acidità relativamente bassa. Le ultime stime dell'Onivins prevedono in Francia la produzione di 60 milioni di ettolitri (+ 7% sul 1988, anno comunque di scarsa quantità) contro i 63 dell'Italia e i 32 della Spagna. Per i Cognac la situazione è eccellente: l'uva è particolarmente bella con grappoli abbondanti e il volume della raccolta (inizierà il 25 settembre) sarà superiore del 20 per cento allo scorso anno. Ma nella Champagne va ancora meglio, viene toccato l'apice nazionale. Dal piccolo vignaiolo al dirigente della grande Casa plurisecolare tutti sono alle stelle, nella regione di Reims. Il 1989 sarà un'autentica manna, un «grand millèsime». Forse il «millèsime du siècle», in concorrenza con il mitico 1928 e con altre annate celebri (1947, 1952, 1970, 1976). Comunque, per rispetto dell'invecchiamen- to, occorrerà attendere il 1993 per verificare l'esattezza dei pronostici. «Un grande millesimo di champagne si basa sulla qualità dell'uva e sulla sua maturazione, che dipendono strettamente dalle condizioni climatiche» spiega Joseph Dargent, 76 anni, ex portavoce del Comitato interprofessionale del vino di Champagne (CIVC). Quest'anno il sole che ha brillato costante da aprile a settembre — dopo un breve periodo di gelo che ha colpito un quarto dei vigneti — ha permesso una crescita ultrarapida delle vigne. I primi fiori sono comparsi il 18 maggio, la fioritura era praticamente terminata fin dal 23 giugno. Durante l'estate il mantenersi del bel tempo ha favorito un'ottima condizione sanitaria delle piante. A memoria di «champenois» le viti erano state raramente così belle. I prezzi, fissati dalle camere sindacali, vanno di conseguenza: in media 26,78 franchi (circa 5700 lire) al chilo, il 13,3% in più sull'88. Per Moet-et-Chandon, primo produttore con 32,7 milioni di bottiglie nel 1988, la precocità della vendemmia di uva per champagne fa presagire una grande annata, come sottolinea Dominique Foulon, direttore enologico dell'azienda e presidente dell'Unione francese degli enologi. Le prime raccolte hanno avuto luogo il 4 settembre in quattro piccoli comuni nella zona di Sézanne, dove i vitigni di chardonnay (all'origine della «finezza» dello champagne) sono stati rapidamente spogliati. «Uno spettacolo, tanto erano belli» dice sorridendo Raoul Brouart, 65 anni, un piccolo proprietario che vendemmia a mano — «per non ferire i grappoli» — le sue 80 are a Mesnil-sur-Oger, quattordici chilometri da Epernay, 1204 abitanti, uno dei templi dell'enologia francese. Ma non tutto fila liscio in questa annata eccezionale per la viticoltura francese. L'anticipo delle vendemmie ha scombussolato i piani di numerosi proprietari di vigneti. Di regola verso metà settembre giungono nelle zone di produzione migliaia di giovani (studenti universitari, turisti stranieri, disoccupati) che contribuendo alla raccolta dei grappoli rinforzano le loro modeste finanze. Quest'anno, però, l'anticipo della stagione vinicola ha colto di sorpresa anche loro. La vendemmia è già iniziata e mancano le braccia. Alcuni sindaci del Beaujolais hanno lanciato disperati appelli tramite i giornali e le radio locali: «Giovani vendemmiatori, arrivate in fretta, altrimenti per voi non ci sarà più lavoro, e per noi un 1989 eccellente potrebbe divenire un incubo, un'annata di sprechi, di grappoli non raccolti». Paolo Potetti I PRODUTTORI DI VINO IN EUROPA [DATI IN MILIONI DI ETTOLITRI]

Persone citate: Dominique Defrance, Dominique Foulon, Joseph Dargent, Mesnil, Paolo Potetti I, Raoul Brouart

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Parigi, Spagna