«Non votate questa dc» di Alberto Rapisarda

«Non votate questa dc» Il segretario del pei sollecita una «lòtta di liberazione» contro Andreotti e Forlani «Non votate questa dc» Occhetto rilancia la questione morale GENOVA DAL NOSTRO INVIATO La grande folla sul piazzale del comizio finale vuole essere rassicurata, vuole sapere se i nuovi dirigenti, per caso, non corrano un po' troppo. Sullo striscione che inalbera la sezione di Massa c'è scritto: «L'importanza di identificarci col passato». E tutti pensano a Togliatti. Dal palco risponde rassicurante la foto di famiglia del pei che mette alla destra e alla sinistra del segretario Occhetto i «grandi vecchi» a dargli copertura e garanzia. C'è l'ex segretario Natta e c'è Pajetta che ha ricordato che «il presente è nato dal passato». Occhetto distingue e taglia corto con quel passato: le scelte politiche del pei di oggi sono ben fuori dall'orizzonte internazionale che fu di Togliatti. E approfitta del comizio per far digerire allo «zoccolo duro» il pensionamento del «migliore». Ma il discorso non è redatto per quella platea di 150-200.000 persone. E' più da leggere e da far conoscere agli altri, ai noncomunisti. Ai comunisti, Occhetto dice soprattutto di farsi un po' furbi, di non lasciarsi impressionare dai titoli dei giornali (e pensa probabilmente anche al titolo dell' Unità che mandava Togliatti nel mondo delle favole) ma a leggere per intero gli articoli. E, sempre con la testa al confuso inizio di discussione su Togliatti, avvisa che ora si discuterà invece frastorici. Il resto del discorso è la chiamata a raccolta della «gente per bene» per organizzare una crociata nazionale per moralizzare il Paese. Un appello che non si rivolge a ceti sociali, ma a sensibilità morali. L'«emergenza morale» diventa il collante che deve tenere insieme la sinistra, i laici, gli ambientalisti, i radicali e soprattutto un bel pezzo del mondo cattolico progressista. «La questione morale resta per noi la pietra di paragone della credibilità di ogni politica e di ogni partito» annuncia Occhetto. Il nemico contro il quale partire in crociata è «questa de» di Forlani e il governo di Andreotti, «estrema degenerazio¬ ne» di un sistema di potere che dura da 45 anni. Lascia uno spiraglio tenue per la sinistra de che deve però decidersi a «manifestare con i fatti la sua coerenza». Ovvero dovrebbe staccarsi dal «quadro poco chiaro» di questo governo che lavora in un clima che fa prosperare poteri criminali, dove c'è «puzza di muffa e di sporco nell'aria». Tutte «le forze per bene» debbono aprire una «lotta di liberazione» contro questo sistema. Il discorso è rivolto solo in parte ai partiti. L'interesse di Occhetto è quasi esclusivamente per i cattolici progressisti che incita a non votar più per la de. Li invita a scendere in campo direttamente e a non «lasciar più la rappresentanza politica ai faccendieri». A non essere più «la foglia di fico che copre le vergogne» della de. L'alternativa alla de ha, così, nelle intenzioni di Occhetto una fase preparatoria che consiste nel far staccare dalla banchisa democristiana pezzi di voto cattolico con l'offerta del minimo commi denominatore delia battaglia per la moralizzazione della vita pubblica. Nel frattempo il pei spera di poter far passare le nuove regole elettorali. L'alleanza dei cattolici dovrebbe, cioè, permettere di aggirare le resistenze che ci sono da parte di de e psi contro la riforma elettorale che spinge agli apparentamenti. Con il psi, Occhetto è diplomatico e sintetico. Senza mai nominare Craxi, chiede dove sono finiti i dubbi che ebbero i socialisti dopo le elezioni europee e quali sono le ragioni del governare con Andreotti. Un Andreotti dal quale il pei cominciò a prendere le distanze esattamente 11 anni fa a Genova con il comizio di Berlinguer e che ora è definitivamente bollato come il simbolo di quel che c'è da cambiare in Italia. C'è un accenno anche a Norberto Bobbio, ma non sulla nave del pei che avrebbe buttato a mare il suo carico. Occhetto concorda con il Bobbio che dice «che molte delle promesse della democrazia sono ancora promesse da marinaio». Alberto Rapisarda Achille Occhetto

Luoghi citati: Genova, Italia