I PROFUGHI SPEZZANO IL SOGNO DELLA SPD

I PROFUGHI SPEZZANO IL SOGNO DELLA SPD Socialdemocrazia tedesca in crisi I PROFUGHI SPEZZANO IL SOGNO DELLA SPD TUTTI ricorderanno l'epoca in cui la socialdemocrazia tedesca era un modello di virtù e dominava intellettualmente non solo il socialismo europeo, non solo i comunisti italiani, ma anche i liberali d'Occidente. La sua egemonia sembrava intramontabile, la sua attitudine a cattivare le menti inesauribile: la Ostpolitik di Brandt le aveva conferito lo smalto necessario, e Schmidt aveva completato l'opera trasformando il partito in un colosso ineludibile, sicuro di sé, padrone. Ingannevole era tuttavia l'apparenza, e crudele la vendetta storica che in questi giorni si abbatte su di lei: laSpd aveva puntato tutte le carte sulla pace con l'Est, ed ecco che migliaia di profughi fuggono nauseati il comunismo tedesco, e preferiscono scegliere la libertà piuttosto che la pace di Honecker. La Spd aveva scommesso sullo status quo, sulle spartizioni immobili, ed ecco che le frontiere di Yalta improvvisamente saltano, nei cervelli della gente prima ancora che sulle carte geografiche. «Meglio rossi che morti!» gridava la sinistra tedesca pochi anni fa. Più astuti, più sapienti, più dignitosi, i profughi si imbarcano nella mobile democrazia, e rifiutano di esser messi di fronte all'avvilente dilemma. «Né rossi, né morti!» è lo slogan che segretamente li anima, li spinge lontano di casa, e li rende così sgraditi alla socialdemocrazia che vede arrivare i fuggitivi, presa da sgomento. Non era previsto, un esodo simile, non era auspicato. E' un'azione di disturbo che ostacola non pochi piani, minuziosamente preparati da anni, e coglie la Spd talmente di sorpresa che le gaffes si accumulano. L'ultima è di giovedì, quando si è saputo — in pieno esodo — che il partito non avrebbe rinunciato a un incontro con dirigenti di Berlino Est, programmato da tempo. Per salvare le apparenze, i due capi delegazione Ehmke e Voigt avrebbero espresso pubblicamente malumore, inquietudine. Ma per il resto la visita restava in piedi, ragioni per annullarla non ne ha trovate nessuno nella Spd. Ne ha trovato in cambio il regime comunista, che punto sul vivo ha disdetto di propria iniziativa l'appuntamento. E con ciò ha sbeffeggiato doppiamente i socialdemo¬ cratici. Li ha sbeffeggiati una prima volta, scoprendo la loro attuale inconsistenza. E li ha sbeffeggiati una seconda, svelando qual è stata, fino a ieri, la loro condotta: fino a ieri, evidentemente, la Spd parlava con i comunisti della Sed senza mai esprimere malumori, inquietudini. Ma captando la loro benevolenza, invece, sistematicamente. E qui veniamo alla strategia fondamentale della Spd, quale è andata costruendosi negli anni della perestrojka. L'idea centrale è che i partiti,comunisti a Est sono non solo riformabili, ma hanno la forza, e le capacità, di divenire socialdemocratici. Sotto la coperta del comunismo reale, in altre parole, si nasconderebbe la bella addormentata che la Spd un giorno bacerà, sveglierà, e farà propria per la gloria dello sposo, e della sposai A tal punto allettante è il sogno, che la Spd non ha esitato a frenare le più svariate opposizioni, a Est. E in particolare ha fatto di tutto, e fa di tutto, per frenare — con impressionante costanza — la rinascita a Est dei partiti socialdemocratici che il comunismo ha distrutto o inghiottito nel dopoguerra. Così è avvenuto in Ungheria l'anno scorso, quando è risorto il vecchio partito socialdemocratico, e ci son voluti mesi e mesi perché la Spd lo riconoscesse. Così è avvenuto poco dopo in Slovenia, quando venne alla luce un analogo partito e Horst Ehmke dichiarò a Belgrado che «fondare una socialdemocrazia» non aveva «alcun senso, visto che nella Lega Comunista già esistono correnti socialdemocratiche». Così avviene oggi in Germania orientale, dove sta per nascere un partito socialdemocratico. La notizia è del 28 agosto, e subito la Spd ha reagito con fastidio, proteggendo il partito comunista: «La Sed contiene già elementi socialdemocratici — ha detto Momper, sindaco di Berlino — e la nascita di nuovi gruppi può solo ostacolare la socialdemocratizzazione della Sed». La complicità tra socialdemocratici e comunisti reali ha ormai una sua storia, non gloriosa. E' cominciata con contatti sempre più frequenti. E' proBarbara Spinelli CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Brandt, Honecker, Horst Ehmke, Momper, Schmidt, Voigt

Luoghi citati: Belgrado, Berlino, Berlino Est, Germania, Slovenia, Ungheria, Yalta